Riflettendo su quanto è stato diffuso dai media in questi ultimi giorni, bisogna dire che il vaccino antinfluenzale è proprio sfortunato.
Si spendono milioni di euro per acquistarlo e reclamizzarlo come utile, efficace e sicuro e poi ha la sfortuna di incappare in avventure come quella dell’influenza aviaria e suina e ora gli viene attribuita anche l’onta di essere mortale.

Meno male che l’Aifa non bada alle chiacchiere e pochi giorni fa ha ribadito “l’importanza della vaccinazione contro l’influenza stagionale, [ritenendola] un mezzo efficace e sicuro per prevenire l’influenza e le sue complicanze e per ridurre, a livello della collettività, la diffusione del virus proteggendo in particolare le fasce della popolazione più a rischio”.

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È vero che i media hanno diffuso notizie allarmanti riguardo più di una ventina di morti avvenute 1-2 giorni dopo la vaccinazione (ovviamente queste sono solo quelle denunciate e, come è noto, le denunce rappresentano solo una piccola parte della realtà), ma il Comitato per la Valutazione dei Rischi e per la Farmacovigilanza (Prac: Pharmacovigilance Risk Assessment Committee) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ha concluso che “non vi è alcuna prova che il Fluad, un vaccino antinfluenzale prodotto dalla Novartis, abbia causato in Italia gravi eventi, compresi i decessi”.

È vero che questo comunicato stampa è datato il 3 dicembre ed esce prima ancora che si sappiano i risultati delle autopsie sulle persone decedute subito dopo il vaccino, ma noi sappiamo che i Professori che dirigono il Prac e l’Ema conoscono molto bene sia il vaccino antinfluenzale imputato che la Novartis che li produce e ai loro livelli il talvolta sollevato conflitto di interesse non esiste, essendo professionisti molto noti che sono pagati dalla Comunità per il Bene Comune.

In ogni caso, sappiamo bene che eventuali patologie gravi e/o eccezionali morti causate dalla vaccinazione antinfluenzale di massa sono certamente compensate dalle patologie, ospedalizzazioni e morti che si evitano ogni anno proprio grazie al medesimo vaccino. Infatti, i comunicati dell’Aifa sono espliciti: “In Italia ogni anno l’influenza causa 8.000 decessi, in particolare nei soggetti sopra i 65 anni d’età”. Il dato è stato capillarmente diffuso da molti siti Internet per tranquillizzare finalmente la popolazione e lo ha comunicato anche il Presidente della Società Italiana di Medicina Generale: ”Ricordiamoci che solo lo scorso anno per complicanze legate alla patologia influenzale sono morte in Italia più di 8.000 persone e in Europa oltre 40.000”.

Queste cifre sono vere e attendibili, perché ci giungono dai suddetti Professori e purtroppo ci dicono anche che, oltre al vaccino antinfluenzale, anche il popolo italiano è sfortunato e in particolare è molto debole a livello immunitario. Infatti, in Europa ci sono 742,5 milioni di persone (dati del 2013) e in Italia 59,8 milioni (sempre dati del 2013); quindi, noi rappresentiamo l’8% della popolazione europea ma forniamo il 20% dei decessi da virus influenzale.

È vero che spigolando in Internet si trova anche che il sito Flu News (gestito dall’Istituto Superiore di Sanità) afferma che dall’inizio della sorveglianza 2013-2014 (stagione influenzale 2013-2014) sono stati segnalati 93 casi gravi di influenza confermata (nella tabella allegata però ne hanno riportati 77!), 16 dei quali sono deceduti; è vero che l’incidenza totale delle sindromi influenzali si attesta a circa 0,5 casi per 1.000 partecipanti alla rete di sorveglianza e che solo il 5% dei casi di sindrome influenzale ha dichiarato di essere stato assente da scuola o dal posto di lavoro per più di un giorno, ma questi dati sono italiani e non hanno l’autorevolezza di quelli europei e poi sono riportati dal nostro Sistema di Sorveglianza che ha ottenuto i dati da solo 13 Regioni e Province Autonome (dicono che la mancanza di completezza del nostro Sistema Nazionale di Sorveglianza dipende dal fatto di essere ancora in via di strutturazione).

È anche vero che l’epidemiologo Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration, ha commentato: “Nel caso degli anziani che muoiono di polmonite durante una sindrome influenzale, nessuno è mai andato a controllare se questi soggetti sono morti veramente di influenza o di qualche altro virus. Si ritiene che solo il 7% delle sindromi influenzali sia veramente causato dal virus dell’influenza”.

Pertanto, se solo il 7% delle sindromi influenzali fosse causato dal virus influenzale vero e proprio, significherebbe che solo il 7% delle morti attribuite alla sindrome influenzale è collegato a questo virus. Infatti, bisogna distinguere tra la sindrome influenzale (causata da tutti i tipi di virus che appartengono alle famiglie dei Paramixovirus, Pneumovirus, Rhinovirus, Echovirus e molti altri tipi meno comuni) dalla malattia influenzale (causata solo dal virus dell’influenza), anche se hanno entrambe gli stessi sintomi.

È vero che si trova anche che Tom Jefferson sul British Medical Journal ha scritto: “Nei bambini sotto i 2 anni l’efficacia del vaccino antinfluenzale è uguale a quella del placebo e nelle persone sane sotto i 65 anni la vaccinazione non ha effetti sui giorni di degenza, sull’assenza dal lavoro o sulla morte per influenza e sue complicazioni. Le review non hanno trovato evidenza di effetto sui pazienti con asma o fibrosi cistica”.

Comunque, a parte queste segnalazioni sporadiche, il messaggio finale che ci giunge dall’Alto e che si vuole che ricordiamo è chiaro: la vaccinazione antinfluenzale è sicura ed efficace e quindi va propagandata, incrementata, adeguatamente finanziata e ovviamente continuata. Non è questione di fiducia… ma di fede.

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