Rallenta la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato: l’orizzonte è ormai spostato alla prima metà del 2016. Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo pubblico, Michele Elia, alla vigilia della nuova riunione della task force creata ad hoc con l’azionista Tesoro per predisporre tutte le misure per l’apertura del capitale. Più cauto il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che parla di fine 2015-inizio 2016. Ma considerato anche lo stallo in cui versa l’Enav, il cantiere privatizzazioni del governo sembra segnare il passo.

Intanto mercoledì mattina ministero dell’Economia e vertici di Fs torneranno a riunirsi nell’ambito del gruppo di lavoro costituito qualche settimana fa: sul tavolo, quadro regolatorio (contratto Rfi e contratti regioni) e stato delle procedure comunitarie. “Si prosegue secondo il calendario, il 2015 sarà l’anno in cui si lavorerà duro per mettere a punto tutto e dare chiarezza”, ha detto Elia, spostando l’orizzonte temporale a 2016 inoltrato: “Nel primo semestre 2016 penso potrà essere conclusa la privatizzazione di fatto“. Per il ministro Lupi “l’obiettivo è fine 2015-inizio 2016”: ci sono ancora alcuni “passaggi delicati” come la rete ferroviaria, ha spiegato sostenendo che “si sta procedendo con i tempi dati” e ogni passaggio verrà fatto nella convinzione che Fs sia “un asset strategico”.

Per quanto riguarda le modalità dell’apertura al mercato del gruppo, secondo le ultime dichiarazioni di Lupi l’ipotesi predominante è quella di seguire la strada della quotazione in Borsa, come fatto per Eni ed Enel. Nell’ambito del Piano privatizzazioni del governo, intanto, non si registrano invece passi avanti per Enav. Manca infatti l’ok della Corte dei Conti al contratto di programma, senza il quale non si può privatizzare. E ancora nessuna decisione è stata presa sul nuovo management (la società è da mesi senza cda): “Lavoreremo con il Mef”, ha assicurato Lupi, che sui tempi per la privatizzazione resta vago, “speriamo quanto prima”.

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