Dopo lo choc dell’astensione alle Regionali, il Pd si lancia nella nuova legislatura e verso il congresso regionale per la segreteria, che eleggerà il successore del governatore Stefano Bonaccini tra febbraio e marzo prossimo. Venerdì 5 dicembre, in una direzione che è durata più di tre ore e si è conclusa dopo la mezzanotte, si è parlato del flop dell’affluenza e del futuro del partito. Lo sfidante di Bonaccini alle primarie, l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, si è rifiutato di partecipare alla direzione. “Mi sento un po’ estenuato dalla situazione in corso”, si è sfogato su Facebook, sottolineando che prima della riunione si sarebbe aspettato “un documento del segretario-presidente in cui fossero messi nero su bianco idee e giudizi su quanto è avvenuto e quanto si vuole fare. Sarebbe stato il minimo, in modo da evitare la sgradevole impressione che, finita l’era del tortello, sia cominciata quella del tortellino magico”. Bonaccini ha risposto: “Le critiche si fanno di persona in direzione, non su Facebook”.

Ma Balzani non è stato l’unico ad alzare la voce e, nella direzione, non sono state risparmiate critiche al Pd. Infatti, nonostante il partito in questi giorni, parlando con i media abbia compattamente rifiutato di mettere in relazione il calo d’affluenza con l’“effetto Renzi”, una parte dei membri della direzione, tra cui Sergio Aleotti, il giuslavorista Luigi Mariucci e la stessa Simonetta Saliera, capolista alle Regionali ed ex vicepresidente di Vasco Errani, hanno detto chiaramente di non pensarla così. Nei loro interventi – che alcuni colleghi hanno definito “ nostalgici” – hanno rinfacciato al Pd di non essere più realmente di sinistra e lo hanno esortato a riconquistare una parte dell’elettorato. Osservazioni a cui Bonaccini ha risposto in modo fermo, replicando che la sinistra è in crisi in tutta Europa e che, se non ci fosse in Italia il Pd, ci sarebbe una virata a destra come è accaduto in Francia.

Un intervento molto duro quello della vice-presidente del Pd nazionale Sandra Zampa: “C’è un’organizzazione per correnti – ha denunciato – che nel partito è diventata patologica. Ormai è una guerra tra bande e certo non ha giovato alla partecipazione al voto. Ognuno correva per sé, non c’era una squadra e Bonaccini ha dovuto fare campagna elettorale da solo sul suo camper. C’era troppo rancore, odio e sentimenti di rivalsa e la campagna elettorale è stata inesistente”. Zampa conferma che l’80% della direzione è stata concorde nel concludere che, sull’astensionismo, ha pesato anche la gestione del premier nei rapporti con i sindacati, “soprattutto nei modi e nei toni”.

“Non sono per niente soddisfatto dell’astensione al voto – ha riconosciuto ancora una volta, Bonaccini -. Non c’è un minuto da perdere. Bisogna curare la ferita che si è aperta, riportare gli elettori ad avere fiducia nelle istituzioni”. Così il 29 dicembre, a ridosso del Capodanno, l’assemblea legislativa di Viale Aldo Moro si riunirà per la prima seduta: “Alla luce dello schiaffo che abbiamo ricevuto – ribadisce Bonaccini – nessuno pensi di fare ferie, dovremo lavorare”. Il governatore non ha esitato a fare autocritica sui risultati dell’affluenza: “Ho tentennato troppo” ha riconosciuto riferendosi alla fase della discesa in campo come candidato per la Regione.

Anche l’assessore comunale Luca Rizzo Nervo incita i dem: “Ci vuole una nuova capacità di radicamento e non bisogna indugiare sugli allori del passato”. Dalla direzione è arrivato l’ok per la corsa al congresso regionale, rimandato per ben due volte e per quasi un anno, e fissato ufficialmente da Bonaccini tra febbraio e marzo. Le vicende della partenza della legislatura, con la composizione della Giunta che Bonaccini ha promesso entro Natale, e quelle del congresso regionale si intrecciano strettamente. In lizza, infatti, come aspiranti segretari ci sono Paolo Calvano (braccio destro di Bonaccini) e coordinatore dei segretari provinciali, Antonio Mumolo, riconfermato consigliere regionale, e Enrico Campedelli, ex sindaco di Carpi. Bonaccini, però, propone che possano candidarsi altri nomi. I candidati in campo, tra l’altro, potrebbero abbandonare la corsa perché chiamati in Regione. Fra gli assessori più papabili, ad esempio, c’è il nome di Palma Costi che, eletta nell’Assemblea legislativa, se dovesse entrare in giunta lascerebbe il posto in Consiglio a Campedelli che, a questo punto, abbandonerebbe una corsa a segretario regionale in cui ha chances limitate. Anche Mumolo potrebbe ritirarsi.

In questi giorni, poi, nel Pd è scontro sul nome di Simonetta Saliera capolista alle Regionali ed ex vicepresidente di Vasco Errani che, una buona parte del Pd vorrebbe in Giunta per dare un senso alle 11.947 preferenze da lei ottenute. Posizione condivisa dall’interessata ma che ha causato una dura reprimenda da parte di Raffaele Donini, segretario bolognese Pd e, secondo i ben informati, prossimo assessore alla Sanità in Regione. Donini ha rivendicato l’autonomia di scelta del nuovo governatore. Bonaccini mette in chiaro, dal canto suo, di non voler rispettare una ripartizione territoriale degli assessorati («Sarebbe surreale scegliere 10 assessori dallo stesso territorio, i territori sono già rappresentati»), perciò da Bologna potrebbe esserne scelto soltanto uno. Uno stop, l’ennesimo, al fronte che chiede di nominare nella nuova giunta Simonetta Saliera e che, invece, tiene alte le quotazioni di Donini.

In direzione Saliera ha fatto capire chiaramente che, se non approdasse alla Regione, potrebbe correre per il Congresso. “Mi batterò – ha detto – ho un grande contributo da dare su quale dev’essere il partito che vogliamo”. A lei, si dice, Bonaccini avrebbe in mente di offrire la presidenza dell’Assemblea legislativa. Pronto a correre per il congresso anche lo sfidante di Bonaccini alle primarie, Balzani, forte del seguito avuto alle primarie per la Regione. Per quanto riguarda invece il toto-giunta, l’unico nome certo è quello di Patrizio Bianchi che ha curato la campagna di Bonaccini. Ai nomi papabili di Costi e Donini, si aggiunge poi quello di Valentina Ravaioli (Forlì-Cesena), sostenitrice di Balzani.

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