Sei minuti di troppo. Sei minuti durante i quali l’auto di Veronica Panarello, la madre di Andrea Loris Stival, è rimasta nel tratto di strada vicino al Mulino Vecchio, dove il bambino è stato ritrovato senza vita una settimana fa. A svelare la nuova incongruenza nel racconto della donna sono le riprese di due telecamere, quella del distributore Erg sulla provinciale 35 chee da Santa Croce Camerina (Ragusa) porta a Punta Secca e quella dell’azienda dei Fratelli Granato. La prima si trova a circa 50 metri dal bivio della strada che porta al punto dove si trovava il corpo. E ha ripreso la Polo nera alle 9:27:08 di sabato 29 novembre. La seconda ha registrato il passaggio dell’auto alle 9:36. Ma per percorrere quel tratto, a poca distanza dal Mulino Vecchio, si impiegano solo 3 minuti, come hanno accertato gli stessi investigatori rifacendo con la madre di Loris il percorso. Resta da capire, ora, perché quel sabato mattina ci siano voluti sei minuti in più.

Intanto l’autopsia ha confermato che quando è stato ucciso, o poco prima, il bambino aveva i polsi legati in modo da tenere le mani attaccate l’una all’altra. Gli esami autoptici hanno accertato segni evidenti, provocati probabilmente dalle stesse fascette utilizzate per ucciderlo, solo sulla parte superiore di entrambi i polsi.

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