“Gli operai di Termini Imerese devono essere salvati, non mantenuti impiccati dalla corda della cassa integrazione. La Commissione europea mette a disposizione un fondo, già applicato per altri Paesi e realtà industriali i cui lavoratori sono nelle stesse difficoltà, mi chiedo perché in Sicilia questo non accada. Forse perché non conviene a qualcuno?”. Lo ha detto l’eurodeputato siciliano Ignazio Corrao, capo delegazione del Movimento 5 Stelle, commentando la risposta che la Commissione europea ha dato all’interrogazione presentata dallo stesso Corrao due mesi addietro sulla vertenza dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, nel palermitano. La risposta dell’Europa è positiva, ha spiegato il pentastellato, perché sul caso Termini ci sono le condizioni per l’erogazione dei fondi Feg. Uno spiraglio più che tangibile per le sorti dei lavoratori. “Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), che offre un sostegno a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di importanti mutamenti strutturali del commercio mondiale dovuti alla globalizzazione – ha spiegato Corrao -, diventa essenziale, visto e considerato che sono sempre più numerose le imprese europee costrette alla chiusura, ma mi chiedo perché dalla Sicilia mai nessun rappresentante ha paventato questa soluzione, facendo la voce grossa col governo nazionale per le varie crisi industriali e occupazionali”.

La dichiarazione è arrivata proprio mentre l’aspirante cavaliere bianco senza capitali, Grifa, nonostante i suoi problemi finanziari non siano stati ancora risolti, ha scritto ai sindacati che l’iter per la cessione del ramo d’azienda dell’ex fabbrica della Fiat va avanti e che il gruppo è disposto ad avviare le procedure di cassa integrazione straordinaria per altri 24 mesi per le tute blu rimaste senza lavoro dal novembre 2011, quando il Lingotto decise di chiudere la fabbrica siciliana dopo oltre 40 anni di attività. Lo ha reso noto la Fiom dicendosi pronta alle barricate se in tempi brevi non arriveranno rassicurazioni sulla solidità finanziaria del gruppo. Nel pomeriggio di giovedì nell’aula consiliare del comune di Termini Imerese si è riunito il direttivo dei metalmeccanici della Cgil; all’incontro hanno partecipato anche gli operai per i quali la Fiat ha avviato le procedure di mobilità e finora l’unica certezza sono i licenziamenti e lo stop della cig in deroga. “Se non saranno rispettati gli impegni assunti nell’incontro del 10 ottobre sull’accordo di programma quadro per il rilancio del polo industriale – ha detto il segretario regionale dei metalmeccanici della Cgil, Roberto Mastrosimone – e senza il via libera di Invitalia non avvalleremo alcun progetto. Siamo pronti alle barricate nei prossimi giorni. Ci confronteremo con le altre organizzazioni sindacali per valutare cosa fare. Non escludiamo iniziative a Roma. Per il premier Matteo Renzi, Termini Imerese è una priorità solo a parole, ma deve trovare una soluzione”.

Articolo Precedente

Sulcis, taglio della torta e strette di mano dopo sblocco stipendi Igea

next
Articolo Successivo

Expo 2015 e lavoro, Cgil: “Dei 70mila nuovi posti annunciati, ce ne sono 4mila”

next