Ventisette senatori del Partito democratico hanno presentato in Senato un documento nel quale manifestano la contrarietà al Jobs Act, ma pur rilevando miglioramenti al testo originario, come affermato dal ministro Poletti, i senatori della minoranza dem, restano critici su ammortizzatori sociali e sul contratto a tutele crescenti. “Votiamo sì con la consapevolezza che un nostro diverso comportamento avrebbe determinato la crisi di governo” afferma in sala stampa, il dem Federico Fornaro che aggiunge: “Oggi dobbiamo chiamare le cose con il loro nome questo è un contratto con minori tutele che i nuovi assunti manterranno per tutta la loro vita lavorativa”. Poi ai microfoni del fattoquotidiano.it il bersaniano Miguel Gotor ammette: “Dal primo gennaio prossimo avremmo un mercato duale, dove ci sarà una concorrenza al ribasso e un indebolimento del ‘valore lavoro‘: con lo stesso contratto, a tempo indeterminato, ci saranno dei vecchi assunti tutelati dall’articolo 18 e dei nuovi che ne saranno privi”. Poi il senatore giustifica così il voto di fiducia, nonostante le contrarietà espresse: “Sarebbe un atto di grande irresponsabilità far cadere il governo presieduto dal segretario del mio partito. Io non vedo alternative a questo esecutivo – afferma – in un momento come questo di grande crisi: sarebbe un salto nel buio, che come dirigente del Pd non mi sentirei di affrontare”  di Manolo Lanaro

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