In piazza per dire “no” alla buonuscita da 900mila euro per l’ex amministratore delegato della multiutility Iren Nicola de Sanctis e alle politiche della società che vanno a discapito dei cittadini. Comitati, sindacati e anche ex partigiani si sono dati appuntamento lunedì primo dicembre per protestare contro l’accordo che Iren, azienda a partecipazione pubblica che gestisce servizi dall’acqua ai rifiuti per Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Torino e Genova, ha concluso con il suo ex amministratore. Una firma per la rinuncia anticipata all’incarico, grazie al quale il manager si porterà a casa 900mila euro più 50mila euro di premi, rimanendo comunque al lavoro all’interno di Iren fino alla fine del 2015 con un contratto dirigenziale da 400mila euro.

L’entità delle somme ha subito scatenato le ire dei sindacati e di alcuni gruppi consiliari di Reggio Emilia, come il Movimento 5 stelle, che hanno denunciato la situazione, e nel giro di pochi giorni il Tavolo contro le multiutility del Nord insieme al Comitato per l’acqua pubblica ha organizzato un presidio sotto il palazzo comunale, per cercare di bloccare l’operazione. “La buonuscita di De Sanctis è solo il più eclatante degli aspetti che denunciamo sulla gestione di Iren – spiega Francesco Fantuzzi, del Tavolo no multiutility – Quello però su cui bisogna interrogarsi è perché l’azienda abbia permesso una cosa del genere, e soprattutto, perché nessuno dei soci si sia opposto alla decisione”. Iren è una società a maggioranza pubblica, che vede tra gli azionisti i sindaci delle città servite dall’azienda, tra cui anche Reggio Emilia. Ma a parte alcuni casi isolati, il caso della buonuscita è passato quasi sotto silenzio da parte dei politici, mentre Iren si affrettava invece a rendere noto il nome del nuovo amministratore delegato Massimiliano Bianco. “Iren è una creatura politica, dietro alla quale si nascondono responsabilità precise, ma non può stare in piedi, soprattutto continuando a cambiare amministratore così di frequente – continua Fantuzzi – De Sanctis è stato declassato per motivi politici, ma era un amministratore capace”.

La buonuscita del manager però è quella che più fa discutere, in un periodo in cui anche i conti di Iren non versano in ottimo stato, e in una crisi generale che non risparmia nessuno. In una lettera aperta Cisl ha chiesto ai sindaci dei Comuni interessati un atto di responsabilità verso i cittadini, ricordando che “ora Iren pagherà due amministratori delegati”, mentre le bollette dei cittadini aumentano, mettendo in difficoltà intere famiglie che devono far fronte alla mancanza di lavoro e di salario. Alla ricerca di responsabilità va anche il gruppo M5S di Reggio Emilia, che chiede chiarimenti in merito alla transazione concordata con De Sanctis. Intanto al presidio organizzato dal Tavolo contro le multiutility si sono uniti in tantissimi, dai sindacati Cgil e Cisl, a Federconsumatori, fino a Sel, Movimento 5 stelle e agli ex partigiani dell’Anpi. “Versare una liquidazione di 950mila euro, cioè quasi due miliardi di vecchie lire, ad un cittadino per un anno e mezzo di impegno, assume il significato di uno schiaffo a tutti i cittadini che debbono misurare il vitto e le spese per la salute, solo per citarne alcune – ha scritto l’Anpi – Inoltre viene ingigantito oltre misura il potere di queste società cui viene affidato il compito di gestione di beni primari, che dovrebbero invece avere un’ importanza assoluta che trascende ogni profitto». La protesta si svolgerà sotto il Comune di Reggio Emilia, che con Genova e Torino è l’azionista di maggioranza di Iren, proprio in concomitanza dello svolgimento del consiglio comunale, per tentare di arrivare a un momento di confronto con l’amministrazione del sindaco Luca Vecchi.

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