“La democrazia diretta necessita di poche regole chiare, altrimenti rischia di trionfare la logica della vendetta e delle guerre tra bande”. Lo scrive su facebook il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (M5s) con un lungo post che lo vede critico sull’espulsione dei deputati M5S Paola Pinna e Massimo Artini, quest’ultimo “punto di riferimento e risorsa per molte realtà toscane e non solo”. Il primo cittadino livornese, in particolare, punta il dito contro il mancato passaggio assembleare, visto che il “bottone” dell’espulsione è stato attivato dal blog e non dai parlamentari. “In precedenza per situazioni simili – spiega – i gruppi parlamentari di Camera e Senato si riunivano in seduta congiunta prima di mettere il quesito al voto sul portale. In questo caso qualcuno ha deciso diversamente”.

Da qui la richiesta di tornare indietro sulla votazione, ripetendola secondo quanto previsto da Statuto. “Credo che il rispetto delle regole – spiega Nogarin – specialmente per scelte di questo calibro sia essenziale. Rivedere questa inopportuna scelta, non fosse altro che per seguire l’identico iter, è quello che mi aspetto e come me centinaia di attivisti che mi hanno telefonato in questa strana serata di fine novembre”. In cui, tra l’altro, il primo cittadino livornese spiega di non esser riuscito a votare: “assorbito come solitamente sono dall’attività come sindaco – spiega – non ho neppure avuto il tempo di votare e quando ci ho provato il portale non ha accettato le mie credenziali”.

Nogarin invita anche alla calma. “Cerco di tenere a freno i miei sentimenti – scrive – quello che l’istinto mi spingerebbe erroneamente a dire più dettato dalle emozioni che dalla ragione. Il progetto del Movimento 5 Stelle merita in ogni caso un profondo rispetto e tutti coloro che in questo momento vivono emozioni frutto di un trasporto dettato dalla rabbia o da un senso di rivalsa devono fermarsi e riflettere profondamente prima di aprire bocca”. “Troppo facile è adesso la critica fine a se stessa. Troppo facile è adesso – incalza – il senso di non appartenenza o la voglia di dare un nuovo corso al progetto. La forza vera sta nel progetto iniziale e pertanto è da lì che dobbiamo in questo momento riprendere il corretto senso di appartenenza. Credo che ognuno di noi dovrebbe partecipare alla critica con una logica di appartenenza e non di divisione. Mi auguro che proprio grazie a questo spirito di profonda correttezza e senso civico di partecipazione si possa pensare di continuare a credere nel Movimento”.

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