Neanche 24 ore dopo la scomunica di Beppe Grillo al parlamentare Walter Rizzetto per la partecipazione al talk show “Omnibus” su La7, due colleghi sfidano il diktat e intervengono al programma “Agorà” di Rai3. I deputati Sebastiano Barbanti e Tancredi Turco, entrambi in collegamento da piazza Montecitorio, hanno difeso la necessità di andare in tv perché la gente, hanno sostenuto, si informa soprattutto attraverso il piccolo schermo. Ma le crepe nel mondo M5s non si limitano alla televisione. Mentre il sindaco di Parma Federico Pizzarotti raccoglie le adesioni di alcuni deputati per l’incontro del 7 dicembre a Parma (Artini, Sarti, Affronte hanno confermato che parteciperanno), il blog torna ad attaccarlo e proprio sull’inceneritore.[brightcove]3910841915001[/brightcove]

Intanto in televisione, i due deputati “critici” hanno espresso la necessità di andare in tv a dire agli italiani cosa stanno facendo in Parlamento. “Dobbiamo riconoscere che è il momento di fare autocritica – ha detto Turco – di iniziare una riflessione seria al nostro interno. Forse i cittadini non sono ben informati su tutti i provvedimenti che abbiamo portato avanti, su tutte le nostre battaglie, e se non sono informati forse è anche colpa nostra, delle scelte che abbiamo fatto. Grillo deve rimanere il nostro megafono, ma è opportuno che venga affiancato anche da altri megafoni che siamo noi parlamentari”. Per Barbanti, “Grillo deve rimanere a capo del Movimento. Se noi siamo qua in televisione è per far conoscere meglio i nostri programmi non certo per vanità o per soddisfare il nostro ‘punto G’”, ha messo in chiaro richiamando una vecchia espressione con cui Grillo mise alla porta la consigliera comunale bolognese, Federica Salsi, proprio per la sua partecipazione a un talk show.

Dopo il risultato delle Europee a maggio scorso, che nel Movimento avevano percepito come poco soddisfacente, il leader e lo staff avevano deciso di dosare le partecipazioni televisive. Così solo alcuni volti selezionati in questi mesi hanno potuto comparire sul piccolo schermo. Una scelta che però è stata più volte contestata da attivisti ed eletti e che dopo le Regionali è tornata ad essere criticata. Al centro della discussione la crescita delle Lega Nord, che in molti nel Movimento attribuiscono anche al presenzialismo del leader Matteo Salvini proprio in televisione. Solo ieri Grillo ha attaccato Rizzetto, dicendo che se vuole andare nei talk show è libero di farlo, ma in quel caso parla solo a titolo personale.

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