Più di un centinaio di tessere del Pd pagate dal conto corrente di una farmacia in una città dove il partito di Matteo Renzi ha raccolto alle ultime amministrative meno di 400 voti. A Belpasso, in provincia di Catania, numeri e logica dalle parti dei democratici non sembrano andare d’accordo.

All’ultima campagna di tesseramento, alla fine del 2013, a pagare 111 tessere del Pd è il farmacista Giuseppe Aiello, ex consigliere comunale, dirigente della corrente che fa capo a Renzi. Aiello fa due versamenti, ognuno da 832 euro e 50, per un totale di 1665 euro: ovvero il costo di 111 tessere pagate 15 euro l’una. Il primo versamento lo fa tramite assegno il 9 novembre del 2013, intestato a Morabito Agatino, all’epoca segretario del Pd di Belpasso, attingendo dal conto corrente della sua farmacia. Il secondo, tre giorni dopo, è un bonifico bancario, partito sempre dal conto della sua azienda, che questa volta è intestato alla sezione provinciale del Pd di Catania. Il regolamento interno al Pd prevede, infatti, che la quota delle tessere deve essere divisa tra i circoli locali e le sezioni provinciali del partito. Sempre il regolamento del Pd, però, non lascia dubbi sulle modalità del tesseramento: “l’iscrizione è individuale” è scritto al punto due delle regole che disciplinano le modalità di tesseramento del Pd nazionale, mentre il punto otto prevede come “l’iscrizione avviene presso la sede del circolo mediante la sottoscrizione e il ritiro della tessera”.

A Belpasso, come in ogni altro comune di’Italia, chi voleva iscriversi al Pd doveva recarsi personalmente al circolo per pagare la sua tessera. In un secondo momento, poi, il tesoriere del circolo cittadino avrebbe trasferito quanto dovuto al Pd provinciale. Aiello però ha reso la vita più semplice a tutti: con un bonifico e un assegno ha evitato ai 110 iscritti di recarsi al circolo del Pd per pagare la loro tessera. “È possibile che in questo caso Aiello abbia raccolto il denaro di tutti i tesserati e abbia poi fatto un versamento unico per evitare di pagare 111 volte la stessa commissione” spiega Enzo Napoli, segretario del Pd di Catania. “È tutto regolare: l’ho fatto in decine di altri casi. Io comunque ho i documenti firmati di ognuno dei 110 iscritti che mi autorizzano ad occuparmi del loro tesseramento” si difende il diretto interessato. Non è chiaro però perché il farmacista di Belpasso si sia preso la briga di girare assegni a segretari cittadini e bonifici al Pd provinciale facendoli partire dal conto corrente della sua farmacia. Professionista apprezzato in provincia di Catania, responsabile sanità del Pd etneo, Aiello è un renziano di ferro e grazie alle ultime primarie, nel 2013, può vantare l’elezione di Margherita Francalanza, ovvero sua madre, all’assemblea nazionale del Pd, unica donna eletta in provincia nell’assise nazionale del partito.

Le primarie del 2013 sono un periodo delicato per il Pd: Renzi è dato in forte ascesa e ovunque sul territorio si moltiplicano i renziani dell’ultima ora. In vista dell’assemblea nazionale e dei congressi locali fiumi di tessere spuntate da chissà dove inondano sezioni e circoli. Se ne sono accorti a Trapani, dove a pochi giorni dal congresso, tesoriere e segretario si accorgono che oltre alle 300 tessere inviate dal partito (in relazione ai 5mila voti presi dai democrat alle ultime elezioni cittadine) ne esistono altre 450, arrivate non si sa da dove, e assegnate non si sa da chi. A quel punto nella città delle saline i democratici si sdoppiano: da una parte il cosiddetto congresso dei fantasmi, dall’altra quello degli iscritti ufficiali. Solo che alla fine, ad essere considerato valido dalla commissione regionale sarà soltanto il primo, quello dei 450 iscritti last minute. “Un po’ in tutta la Sicilia hanno fatto così – spiega Sabrina Rocca, già candidata a sindaco di Trapani – pacchi di tessere acquistati da deputati, senatori e notabili locali. Gente che comprava tessere in blocco per prendersi il partito. E alla fine ci sono riusciti”.

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