Un’attesa snervante. Nel totale abbandono delle istituzioni. Due genitori, Corrado Raschiatore e Liliana Pantanella, il 6 ottobre 2004 hanno perso la figlia Ilaria, di quattro anni, travolta dal cancello malridotto della sua scuola, quella di Colle dei Frati a Zagarolo, 30 chilometri fuori Roma, mentre giocava in giardino con i compagni, e dopo dieci anni di belle promesse e zero fatti da parte di Comune e Regione, oggi, come quel giorno, sono lasciati soli. Senza risposte. In una dolorosa indifferenza. Nel 2007 l’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo consegnava nelle mani del padre Corrado un assegno da 4,6 milioni di euro per la costruzione di una nuova scuola dedicata a Ilaria e mettere al sicuro i bambini che frequentano ancora adesso il vecchio plesso scolastico.

La prima mossa, a rilento, è arrivata solo cinque anni più tardi. Nell’anniversario della morte della bimba c’è la posa della prima pietra. La località scelta è Colle Barco Palazzola. Nel 2014 su quel pezzo di terreno tufaceo non c’è niente. I lavori non sono mai partiti. Rimane un container e due mattoni in mezzo a una selva di erbacce. Perché è tutto fermo? Lo abbiamo chiesto a chi per primo ha avuto l’idea di una scuola intitola a Ilaria Raschiatore, l’ex sindaco Daniele Leodori, oggi presidente del Consiglio regionale. “C’è un percorso amministrativo in corso di chiarimento” è l’unica cosa che ci ha fatto sapere tramite il suo addetto stampa. Non ha voluto aggiungere altro. Allora ci siamo rivolti all’assessore ai Lavori pubblici Antonella Bonamoneta, in carica anche all’epoca dell’incidente sotto l’amministrazione Leodori, ma ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. L’attuale sindaco, Giovanni Paniccia (eletto in quota Pd), colto alla sprovvista, ha invece dichiarato: “Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti dei reperti archeologici, abbiamo dovuto modificare il progetto in base alle richieste della Sovraintendenza dei Beni culturali, io però non ne so molto, mi creda”. Parla l’archeologa che ha eseguito i lavori, Maria Cristina Recco: “Ho finito gli scavi a novembre del 2011, ci ho messo tre mesi. Sono emersi due vasconi romani e una necropoli. A fine anno la sovraintendenza ha dato subito il nulla osta chiedendo di spostare di poco il perimetro della scuola, una modifica che comunque non avrebbe inficiato sulla progettazione dell’edificio. Il Comune non mi ha ancora pagato la prestazione”. I conti insomma non tornano.

E la Giunta Zingaretti non può farci niente se i lavori sono bloccati. “Per quanto ne sappiamo – fa sapere l’Ufficio di presidenza regionale – il progetto è stato trasmesso all’esame del Comitato dei lavori pubblici il 15 aprile 2013. Un mese dopo lo stesso Comitato ha rinviato il parere, chiedendo ulteriore documentazione e l’adeguamento del progetto alle prescrizioni. È stato ripresentato il 15 novembre dell’anno scorso ma a marzo 2014 è stato ritirato dall’ente appaltatore (il Comune di Zagarolo, ndr) e pertanto non è stato oggetto di valutazione”. Il rimpallo di responsabilità va avanti da tempo e ha trascinato la famiglia Raschiatore in un incubo. “Decine di mail e fax inviati– raccontano i genitori, che hanno documentato tutto su un file –  rincorse al cellulare, richieste di vedere gli atti mai andate a buon fine, incontri con assessori e sindaco ogni volta pronti a rassicurarci, ma di risultati neppure uno. Non ne possiamo più”. Anni di tentativi a vuoto ma non hanno certo intenzione di perdere la battaglia.

Per capire il motivo di tanta reticenza bisogna fare un passo indietro. Il 22 dicembre 2009 vince il bando per la costruzione della nuova scuola la società composta da Anemone Costruzioni srl e Tecno Edil srl. E qui viene il bello. L’impresa edile di Diego Anemone e famiglia è quella coinvolta nell’inchiesta sugli appalti del G8 della Maddalena e alcuni grandi eventi, dai Mondiali di nuoto a Roma del 2009 fino alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel 2010 l’ex presidente alle opere pubbliche Angelo Balducci e Diego Anemone vengono accusati di corruzione e associazione per delinquere. L’imprenditore e due funzionari pubblici, Mauro della Giovampaola e Fabio De Santis, vengono arrestati. Il Comune di Zagarolo non ci pensa proprio a revocare  l’appalto alla ditta. “Ormai lo avevano vinto” replica il sindaco Paniccia. Sì, ma come? Al ribasso, per 2,8 milioni di euro. Considerato che la cifra riconosciuta dalla Regione è quasi il doppio, la ditta aveva trascurato qualche dettaglio. Così nel 2013 la giunta comunale approva le modifiche al progetto e l’inserimento di un’area destinata a parcheggio. Il costo aggiuntivo è di 4 milioni e la spesa complessiva supera i sette milioni. C’è di più. La commissione di gara che affida l’appalto agli Anemone è formata da due funzionari “esperti”, Maria Pia Forleo e Enrico Bentivoglio, messi lì da Balducci.

Il Movimento Cinque Stelle ha già presentato due interrogazioni alla Giunta Zingaretti, una all’inizio dell’anno e l’altra il 29 ottobre, per chiedere conto della scuola. Finora nessun riscontro. A fine luglio la famiglia Raschiatore ha coinvolto anche il primo ministro Matteo Renzi, inviandogli la petizione popolare “Scuola per Ilaria” (lanciata anche su Change.org). Il sottosegretario Graziano Delrio tramite una mail indirizzata al sindaco di Zagarolo ha comunicato di aver ricevuto il messaggio e ha invitato Comune e Regione a dare una risposta puntuale ai cittadini. La stanno ancora aspettando.

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