È il medico che non crede all’esistenza di Dio, è l’oncologo che pensa che fra qualche anno “cureremo tutti i tumori con la diagnosi precoce” ed è lo scienziato che pensa “ogni persona ha diritto di autodeterminarsi”.

Nel 20° anniversario della fondazione dello Ieo Umberto Veronesi riflette anche su una tema come l’eutanasia: “Al malato terminale che negli ultimi giorni di vita con dolori violentissimi chiede l’iniezione per morire serenamente gli viene negata. Se il medico la fa può essere accusato di omicidio. Ma molti la fanno, è un movimento sott’acqua che lavora in maniera clandestina, Oggi la magistratura riesce a correggere ciò che il legislatore ha malamente costruito – aggiunge – ma non sempre ci riesce”.

A proposito della dolce morte l’oncologo, che nella sua carriera ha operato 30mila pazienti e ideato la quadrantectomia, dice: “Tutti parlano di una soluzione ma al povero Mario Monicelli (suicida il 29 novembre 2010), che aveva chiesto ripetutamente in ospedale una puntura letale per un trapasso dolce, è stata negata e si è buttato dalla finestra: questa è civiltà?”. A chi gli ha chiesto quale sia il suo modello, Veronesi ha risposto di vedere “molto bene l’esperienza olandese” (dove l’eutanasia per i minori è già ammessa a partire dai 12 anni compiuti ), dove comunque “la legge non è superficiale ma molto severa”.

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Vive in Italia da 15 anni. Ma rischia di tornare in Senegal o di finire in un Cie

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