Atteso per domani 20 novembre il via libera del Senato al disegno di legge che riscrive la legge Vassalli del 1988 sulla responsabilità civile dei magistrati. Con il provvedimento il governo punta a bloccare entro l’anno la procedura di infrazione in sede europea. E proprio a Bruxelles il prossimo 4 dicembre il ministro della Giustizia Andrea Orlando potrà tra l’altro illustrare la misura nel corso del vertice interministeriale (che chiude per il settore, il semestre di presidenza a guida italiana) a cui dovrebbe partecipare la nuova commissaria alla giustizia Ue. La speranza di Orlando è quella di arrivare ad approvare la legge entro il 31 dicembre senza ricorrere ad un decreto su cui mettere la fiducia. Ma soprattutto di scongiurare lo sciopero che i magistrati hanno finora solo minacciato.

“Il testo è sicuramente migliore di quanto era nelle attese: è stato assicurato un doppio binario, quello della tutela del cittadino rispetto all’errore del magistrato e la tutela dei giudici che non potranno subire azioni di risarcimento dirette e che comunque risponderanno in un numero di casi più ristretti rispetto a quelli a carico dello Stato. Inoltre è stata difesa l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dalle interferenze dell’esecutivo europeo possibili ai sensi della formulazione originaria della norma”, dice Mario Giarrusso del M5S che domani voterà a favore come pure, il Pd (ai senatori il capogruppo ha richiesto la costante presenza in aula) e Ncd.

“Il provvedimento non ha nessun intento punitivo dei magistrati”, spiega il senatore Luigi Compagna, socialista di lungo corso e oggi senatore del partito di Alfano che, all’ultimo momento, ha ottenuto la disponibilità dal governo all’introduzione nel testo della responsabilità contabile del magistrato per danno erariale a fianco della responsabilità civile. Ma oltre all’asse tra Ncd e Pd, per il governo oggi è stato fondamentale l’appoggio del M5S. Proprio grazie ai voti del Movimento non sono andate infatti a buon segno le ‘imboscate’ sul ddl nonostante il voto a scrutinio segreto richiesto su una decina di emendamenti e accordato dal presidente dell’assemblea Piero Grasso su soli tre che poi sono stati tutti bocciati.

Il testo conferma inoltre la responsabilità indiretta del magistrato che scontenta Forza Italia e che il 20 novembre dovrebbe votare no al provvedimento che pure rimuove il filtro di ammissibilità della domanda risarcitoria, aumentando il limite della rivalsa. “La responsabilità diretta non c’è in nessun paese europeo. Bene abbiamo fatto, quindi, ad abbandonare questa strada e a contrastarla giungendo  ad una soluzione ampiamente condivisa”, commenta il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Giuseppe Lumia che sottolinea come la riforma “mette alle spalle la stagione di conflitti tra poteri dello Stato per dare ai cittadini una giustizia più veloce e scattante. Ci può essere anche – ha aggiunto – addirittura, un certo tasso di conflitto con la stessa magistratura, ma esso è diverso rispetto a quello passato, perché la nuova dimensione non ha più davanti l’obiettivo di mettere in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. L’obiettivo è invece quello di far crescere il livello di tutela, la sicurezza e la velocità e soprattutto l’affidabilità, in riferimento alla giustizia civile, del nostro Paese per poter attrarre investimenti e garantire la libera concorrenza”.

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