Ci sarà un incontro tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle per parlare della riforma del Senato. “Gliel’ho chiesto io”, dice a ilfatto.it il deputato Pd e relatore del ddl Emanuele Fiano, “io ho interesse in questo dialogo al di là del risultato finale”. Ancora non si sanno i dettagli pratici, probabilmente sarà a margine della Commissione Affari costituzionali alla Camera, probabilmente resterà un colloquio informale. Ma anche se non sarà in streaming è stato programmato. “Non abbiamo stabilito quando, ma ho detto ai 5 stelle che gli farò sapere il momento migliore in settimana. Siamo molto impegnati in questi giorni ma ci organizzeremo”.

Pd e M5s si erano lasciati a fine luglio con un tavolo sulla legge elettorale in sospeso e senza nessuna soluzione. Neppure lo streaming era servito. Ad agosto le barricate a Palazzo Madama per non far passare la riforma del Senato voluta da Matteo Renzi. L’ostruzionismo è finito con un corteo al Colle per chiedere un intervento del Capo dello Stato. Che tra l’altro non c’è mai stato. Ora, quasi tre mesi dopo, c’è tutta un’altra aria. Nel mezzo un’intesa, dopo 20 fumate nere, tra Pd e M5s per l’elezione di due giudici per Corte costituzionale e Consulta e un patto del Nazareno con Berlusconi che scricchiola a comando e che piace a pochi. Senza dimenticare poi la benedizione di Beppe Grillo che a sorpresa ha detto: “Valutiamo le proposte concrete degli altri partiti anche per Quirinale e legge elettorale”.

Le nuove prove di dialogo vanno in scena alla Camera. Giovedì 13 novembre la commissione Affari costituzionali ha cominciato la discussione del testo per la riforma del Senato che presto dovrebbe arrivare in Aula. Al termine dell’incontro il relatore del Pd Fiano ha chiesto chiarimenti ai 5 Stelle e un incontro per capire quali sono gli interventi che loro vorrebbero al testo. Ma nelle prossime ore il deputato renziano farà sapere i dettagli e le sue disponibilità. “Nella prima seduta abbiamo ascoltato gli interventi di tutti i gruppi. Non abbiamo nessun tipo di preclusione, rimanendo fermi sul fatto che ci sono alcuni pilastri che non si toccano. E intendo la non elettività del nuovo Senato, la riforma del Titolo V in materia di competenze e il fatto che i delegati vengano scelti dai Consigli regionali. Siamo però aperti a fare un ragionamento più ampio su alcuni punti non sostanziali”. Insomma non c’è nessuna rivoluzione in atto, il testo è e deve rimanere quello. Ma linea dura non vuole dire blindare gli avvicinamenti informali. Anche perché non è la prima volta che le parti si confrontano nei lavori d’Aula e anche i grillini hanno imparato che uno streaming in meno e un colloquio informale in più possono aiutare a portare a casa qualche risultato.

“Io personalmente sono aperto all’incontro”, continua Fiano. “Quando si riformano le regole comuni è necessario ascoltare le varie parti politiche. Stiamo lavorando sul testo costituzionale ed è normale che ci si parli. Il clima dei lavori è ottimo e credo che sia possibile un confronto. Io sono per il dialogo a tutto raggio sempre e per questo sono andato dai colleghi M5s a sentire quali sono gli elementi che vogliono modificare. Quali sono le loro posizioni. Voglio parlarne direttamente e credo che sia giusto questo tipo di atteggiamento”. Un faccia a faccia nell’ordine delle cose che Fiano ci tiene che non sia descritto per qualcosa che non è. E naturalmente non vuole sentire parlare di ipotesi di nuove maggioranze. “Non c’entra niente davvero”, conclude. “Io svolgo un ruolo parlamentare che deve essere utile al dialogo. E in questo senso non può che essere un arricchimento per noi. Ma non cambia la natura dei nostri voti”.

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