Settemila poliziotti, quasi uno ogni quattro manifestanti, schierati in tenuta antisommossa davanti al Parlamento di Atene. Neanche quando Angela Merkel visitò Atene nell’annus horribilis della crisi. Così il governo greco risponde ai circa 25mila manifestanti (studenti, cittadini, pensionati e lavoratori) che sono scesi in piazza nella capitale greca per ricordare l’anniversario della presa del Politecnico nel 1973, quando gli studenti in sciopero contro la Giunta dei Colonnelli furono letteralmente schiacciati da un carro armato che fece irruzione nell’Università all’alba del 17 novembre per ordine di Papadopoulos.

Le manifestazioni sono iniziate tre giorni fa, con duri scontri tra studenti e forze dell’ordine ad Atene e Salonicco. Un violento lancio di lacrimogeni si è verificato lo scorso giovedì sera al Politecnico, con due feriti tra i ragazzi e numerosi contusi, come dimostra un video che è stato postato su YouTube in cui si sente il boato delle cariche portate avanti dai Mat (i corpi speciali ellenici) che si vedono mentre manganellano per disperdere gli studenti. Gli stessi hanno poi impedito al Rettore di deporre una corona di fiori presso la tomba dell’Università, che si trova presso la Scuola di Ingegneria. La motivazione? L’accademico è troppo filo governativo, non ha mosso un dito per le tasse universitarie schizzate alle stelle, ed oggi rappresenta l’icona di quel potere combattuto quarantuno anni fa.

Intanto ad Atene il corteo organizzato dalle principali sigle sindacali ha sfilato per le strade del centro passando dall’ormai nota piazza Syntagma e anche dinanzi all’ambasciata americana, dove si sono svolti comizi e commemorazioni. Diversi gli slogan coniati per l’occasione, come quello che associa la troika di oggi ai Colonnelli di ieri, icona di mancata libertà e di oppressione. Alla testa del corteo una bandiera greca macchiata di sangue, simbolo di quando la politica e i diritti cedono il passo alla violenza. Il centro di Atene è praticamente bloccato per un chilometro in linea d’aria, cinto d’assedio in maniera circolare dai settemila agenti a piedi, supervisionati da elicotteri e telecamere a circuito chiuso. Metropolitana chiusa per cinque fermate fino a sera. Un ulteriore cordone di poliziotti è stato organizzato lungo il perimetro dell’università (inondata di garofani rossi), all’ingresso delle sedi dei ministeri e dinanzi alle principali sedi bancarie situate in centro.

Episodi sono segnalati anche in altre città. A Lamia, nella Grecia centrale, uno striscione commemorativo per il Politecnico affisso nella piazza cittadina, è stato strappato via da alcuni militanti del partito di Alba dorata, con le forze dell’ordine che sono dovute intervenire per sedare gli animi ed evitare ulteriori contatti tra gli schieramenti contrapposti. A Salonicco il centro cittadino è stato praticamente interdetto a tutti i tipi di veicoli, con anche la semplice sosta vietata. E all’angolo di un isolato di periferia torna a campeggiare una scritta su un muro che sa tanto di urne anticipate: “Né sinistra, né destra, questa volta Alba dorata”. Intanto nelle stesse ore all’interno del Parlamento i partiti tentano un accordo per trovare i 180 voti utili all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

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