“Parlo di tutto tranne che di Iannone. Dopo questa notte credo sia inutile qualsiasi confronto politico”. Filippo Rossi, direttore del quotidiano on line “il Futurista” e direttore artistico di “Caffeina”, kermesse culturale che si conclude oggi a Viterbo, è stato picchiato nella notte da alcuni militanti di CasaPound, il movimento dei “fascisti del terzo millennio” capeggiato da Gianluca Iannone. E proprio il leader del gruppo di destra questa notte intorno all’1,30 ha aggredito il giornalista che si era fermato con alcuni membri del suo staff nello stand della segreteria operativa della manifestazione, in piazza san Pellegrino, per fare il punto della serata, quando sono arrivati alcuni esponenti dell’associazione di destra.

“L’aggressione non è stata soltanto contro di me – spiega Rossi al fattoquotidiano.it– perché hanno invaso la segreteria, dove erano presenti ragazzi e ragazze dai 15 ai 18 anni, volontari che hanno collaborato alla realizzazione del festival. Hanno violato uno spazio di vitalità e dibattito politico, con uno spirito di odio che non mi appartiene”.  Tra Rossi, collaboratore anche del presidente della Camera Gianfranco Fini, e Casapound negli ultimi tempi ci sarebbero rapporti molto tesi, testimoniati anche da scambi di idee molto accesi anche su alcuni social network. Ieri sera uno dei militanti di Casapound avrebbe spinto Rossi, facendolo cadere, e un altro lo avrebbe colpito con un calcio mentre era a terra. Rossi, medicato al pronto soccorso per alcune contusioni al volto guaribili in pochi giorni, stamattina si è presentato in questura a sporgere denuncia. 

Il giornalista ha indicato in Gianluca Iannone, fondatore e presidente di CasaPound Italia colui che lo ha colpito con un violento pugno al volto. Un altro militante del movimento neofascista, non ancora identificato, gli ha sferrato dei calci mentre era disteso a terra. Il gruppo di militanti che ha preso parte al raid era composto da una quindicina di giovani e tutti indossavano un maglietta nera con il logo dell’organizzazione. Ma all’aggressione avrebbero preso parte in quattro o cinque.

Per parte sua Iannone si difende e minimizza. “Quante storie per uno schiaffone futurista – dice-. Da Filippo Rossi, che si ispira a coloro che volevano esaltare ‘l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno’, non ce lo saremmo aspettato”.  Poi spiega la sua versione: “Uno schiaffone, come quello di Umberto Boccioni a Ardengo Soffici, che il direttore de ‘Il Futurista’ dovrebbe conoscere bene, niente di più, altro che spedizione punitiva”. Questo, per il leader di CasaPound, è stato “il senso di quanto è accaduto ieri notte a Viterbo”, ovvero “una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, che più volte è venuto a CasaPound a parlare, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento in maniera del tutto pretestuosa. Uno schiaffone può far male, ma un occhio nero passa in fretta. A Rossi voglio dire che altrettanto male possono fare la penna e le parole, ma gli effetti delle ingiurie durano più a lungo”.

“Ma quale schiaffo futurista”, replica Rossi, che non si aspettava l’aggressione dei neofascisti. “Iannone si è avvicinato dicendomi che mi doveva parlare. Visto che il festival era pieno di ragazzi, credevo si fossero creati problemi di ordine pubblico. Ero molto stanco e non mi sono neanche accorto che erano in tanti. Poi mi è arrivato il cazzotto”. Da lì si è creata una situazione di tensione che “mi ha messo anche paura. Più che lo schiaffo, la violenza è stata nell’invasione del nostro spazio”. I volontari del Caffeina hanno provato ad allontanare i militanti di CasaPound che, al termine della spedizione punitiva, hanno lasciato senza fretta la segreteria del festival.

Solidarietà da parte di Gianfranco Fini, che condanna “la vile aggressione” ed esprime “l’augurio di un pronto ristabilimento”. Il presidente della Camera osserva come il dibattito politico “non possa essere turbato ad opera di chi solo nella violenza e nell’intolleranza sa trovare argomenti per affermare la propria esistenza”.

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