È più importante rispettare il patto di stabilità o mettere in sicurezza le scuole? Al momento vince la prima ipotesi. La legge di stabilità in discussione alla Camera nega infatti alle Province italiane nega la possibilità di intervenire sulle scuole sforando il patto, come invece è concesso ai Comuni. Rischiano perciò di essere abbandonati i 5000 edifici delle scuole superiori, che ancora appartengono alle province e sono frequentati da 2 milioni e mezzo di studenti: su questi non sarà possibile fare nulla, anche se cadono a pezzi, a causa dei limiti imposti dalla legge. Bisognerà aspettare la scomparsa definitiva delle province e il passaggio di proprietà ai comuni. Ma la sicurezza dei ragazzi non può aspettare. Sul punto la Provincia di Torino ha già annunciato “obiezione di coscienza” e in parlamento il deputato Pd Davide Mattiello ha presentato un emendamento per correre ai ripari. Intanto si attendono risposte chiare dal Governo.

“Se le province non saranno autorizzate ad escludere dal calcolo del patto di stabilità le spese sostenute per l’edilizia scolastica, non potranno spendere pur avendo soldi a bilancio” spiega Mattiello. Il problema non è affatto da contabili. In Piemonte le condizioni precarie delle scuole hanno addirittura fatto un morto, nel 2008. Si chiamava Vito Scafidi, aveva 17 anni e perse la vita mentre era in aula, nel liceo Darwin di Rivoli. Crollò il controsoffitto. Per quel fatto la giustizia ha stabilito in appello 6 condanne per disastro, omicidio e lesioni colpose.

La morte di Vito Scafidì segnò nel 2010 l’inizio di una campagna per la destinazione dell’8 per mille allo Stato all’edilizia scolastica. Una campagna sostenuta dalla Fondazione Benvenuti in Italia (di cui Mattiello è presidente), da Libera e dall’associazione Cittadinanzattiva che è giunta al primo traguardo nel 2013, grazie ad un emendamento alla legge di Stabilità del deputato Francesco Cariello (M5S). Poco tempo fa il Governo ha dato l’ok sulla destinazione di quei soldi, 170 milioni nel 2013, ma manca chiarezza sul modo in cui saranno destinati e molti di questi rischiano addirittura di restare inutilizzati.

“L’emendamento che ho proposto è stato fatto proprio dalla Presidente della Commissione Cultura della Camera, Maria Coscia (Pd)” continua Mattiello “e mira ad autorizzare le Province a escludere dal patto di stabilità le spese per interventi di edilizia scolastica”. ” L’emendamento è stato ammesso e segnalato, condiviso dalla Commissione cultura della Camera, dall’Upi (Unione province italiane), dall’unità di missione voluta dal premier Renzi proprio per coordinare gli interventi nelle scuole, oltre che da organizzazioni sociali come Legambiente e CittadinanzAttiva.”

L’emendamento è stato ritenuto ammissibile e verrà dicusso in Commissione Bilancio alla Camera, ma da una settimana giace sulla scrivania del ministro dell’Istruzione Giannini, apparentemente abbandonato. “Faccio appello al sottosegretario Delrio e alla ministra  – conclude l’esponente del Pd – perché lo sostengano”.

Intanto la Provincia di Torino è corsa ai ripari. Qualche giorno fa ha annunciato che non rispetterà il patto di stabilità e la prossima estate inaugurerà 50 cantieri nelle scuole superiori. “La necessità di procedere senza indugi – ha spiegato a Repubblica il vicepresidente Alberto Avetta – è stata confermata dall’intensa attività di verifica condotta da vigili del fuoco e Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, ndr) su mandato della Procura”. Ci sono situazioni di emergenza sulle quali non si può più aspettare. Ogni anno, nella sola provincia di Torino arrivano più di 3500 richieste da parte dei dirigenti scolastici, per interventi che riguardano soprattutto manutenzione e sicurezza. Uno dei cantieri riguarderà proprio il Liceo Darwin di Rivoli.

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