Un blitz. Venti persone. Le maschere calate sul volto. Fumogeni, petardi e muri imbrattati. Mentre nella sede milanese del Partito democratico di via Mompiani (zona Corvetto) è in corso la riunione tra i rappresentanti del Sunia-Cgil (sindacato degli inquilini delle case popolari), e i residenti degli alloggi Aler, l’azienda di edilizia residenziale che si occupa della gestione degli alloggi popolari. Tema: i problemi del quartiere, uno tra i più colpiti dall’ondata di occupazioni che si è registrata nell’ultimo anno a Milano. A compiere il blitz, con ogni probabilità, i militanti dei comitati per il diritto alla casa che – come raccontano alcuni presenti – avrebbero cercato di srotolare uno striscione con la scritta “Blocchiamo gli sgomberi. No alla Tav”.

Un’azione che alza ancora di più l’asticella della tensione in merito alle occupazioni di case di proprietà di Aler o del Comune: argomento che in questi giorni sta tenendo banco a Milano. Ma sull’episodio di oggi è intervenuta anche la presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, che ha parlato di “brutale aggressione” e di “segnale inquietante, da condannare con fermezza e a cui prestare la massima attenzione”. “Agli inquilini, ai rappresentanti del Sunia e agli iscritti del circolo Pd – ha concluso la Bindi – la mia piena solidarietà. La Commissione parlamentare Antimafia sarà a Milano per approfondire la situazione, ormai insostenibile, delle case popolari Aler”.

Sul blitz stanno indagando i carabinieri che puntano a identificare gli autori. A ricostruire l’irruzione sono stati i partecipanti alla riunione del sindacato, secondo cui, nel primo pomeriggio, un gruppo di quindici-venti persone è entrato nella sede di via Mompiani, indossando le maschere di Guy Fawkes, protagonista del film V per vendetta. Prima hanno cercato di srotolare uno striscione, poi avrebbero iniziato a mettere a soqquadro la stanza, distruggendo i mobili, imbrattando i muri con vernice rossa e svuotando un estintore. Nel parapiglia è stato lanciato almeno un fumogeno, che ha costretto i presenti (soprattutto inquilini anziani), a scappare dalla sede. Un settantenne, colto da un malore, è stato portato in codice verde alla Clinica Città Studi. Per il resto nessun ferito. Quando sono arrivati i militari dell’Arma, il gruppo era già svanito. Immediata la condanna del Pd: “Se qualcuno pensa di fermare la nostra volontà riformatrice con la violenza – ha detto il responsabile nazionale per la sicurezza, Emanuele Fiano – ha sbagliato indirizzo”. In un comunicato, l’Aler ha espresso “solidarietà al segretario del Sunia, Stefano Chiappelli, e a tutti i presenti”.

Nessuna rivendicazione, nessuna firma, su un’azione che sembra però essere legata alla questione delle occupazioni degli alloggi pubblici e al problema della casa, che Milano, intenta ad allestire la vetrina di Expo, sta affrontando negli ultimi mesi. A parlare sono i numeri. Dall’inizio del 2014 – riporta il Corriere della Sera – si sono registrate 1.278 occupazioni abusive: 732 sono riuscite, 546 sono state sventate. Solo a settembre ce ne sono state 78. Mentre 39 tentativi sono falliti. Si sono contati 23 sgomberi in flagranza. Stesso numero per quelli programmati con la Questura. Tutto questo in soli 30 giorni. Uno scenario difficile, dove il livello dello scontro tra istituzioni, comitati di lotta per la casa e quelli che si battono contro gli abusivi è altissimo. In ogni quartiere popolare – Giambellino, San Siro, Corvetto – sono attivi gruppi, legati a centri sociali o nati spontaneamente, che si oppongono agli sgomberi di edifici occupati perché disabitati da anni e in attesa di essere assegnati. Spesso, gli ispettori Aler accompagnati dalla polizia arrivano per notificarne uno, ma trovano ad aspettarli un muro di militanti che cerca di impedire l’allontanamento degli abusivi. Talvolta riuscendoci. Il loro  numero cresce rapidamente in tutta la città. Ma accanto a loro, iniziano a spuntare anche quelli di inquilini che si organizzano contro le occupazioni. Come quello di via Odazio, zona Giambellino. E l’episodio di oggi potrebbe essere l’ultimo atto di una guerra tra gli ultimi.

Delle occupazioni abusive si è parlato anche lunedì 10 novembre nella riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è tenuta in Prefettura. Presenti: i vertici delle forze dell’ordine, i rappresentanti del Comune, di Aler e della Regione. Il piano d’azione contro l’abusivismo nelle case popolari scatterà il 18 novembre. Punterà alla prevenzione, più che alla repressione. “Verranno intensificate le attività di vigilanza notturna delle forze di polizia nei quartieri più a rischio”, spiega la Prefettura, che coordinerà la presenza delle forze dell’ordine. Da parte sua Palazzo Marino metterà a disposizione più operatori sociali e centri di accoglienza. Infine gli sgomberi. Aumenteranno, certo – già nel primo semestre del 2014 ne sono avvenuti 77 (nel 2013 erano stati 34) – ma è difficile immaginare l’utilizzo del pugno di ferro sbandierato dal governatore Roberto Maroni: 200 in pochi mesi. Insomma, come ha spiegato il prefetto Francesco Paolo Tronca, l’emergenza non va approcciata solo sul piano dell’ordine pubblico, ma anche su quello sociale. Soprattutto in vista dell’esposizione universale del prossimo anno, che vedrà puntati su Milano gli occhi del mondo.

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