Le immagini della caduta del Muro di Berlino sono fotogrammi che Angela Merkel non dimenticherà mai perché “ci raccontano la fine della Guerra fredda e della cortina di ferro“. Quegli uomini e quelle donne che impugnarono martelli e scalpelli e distrussero il simbolo della separazione tra il blocco occidentale e quello orientale rappresentano un punto di partenza, continua la presidentessa della Germania, per far capire “che altri muri possono essere demoliti: i muri delle dittature, i muri della violenza, i muri dell’ideologia, e i muri dell’inimicizia”. Le parole della cancelliera tedesca, in occasione delle celebrazioni per il 25esimo anniversario della caduta del Muro, vogliono lanciare un messaggio di speranza per tutti gli altri Paesi del mondo che ancora vivono in situazioni di separazione e scontro, ricordando come un’Europa unita sia riuscita, in 25 anni, ad accogliere nell’Unione 28 Stati, per un totale di circa 500 milioni di abitanti

La giornata è iniziata con uno squillo di tromba, a evocare il suono che, secondo la Bibbia, fece crollare le mura di Gerico, e con la cerimonia di deposizione delle rose sul tratto di muro ancora visibile, a Berlino, nella Berneuer Strasse. Poi, la cancelliera ha spostato delle transenne aprendo un “nuovo” varco ai presenti, riproponendo simbolicamente l’abbattimento della barriera che divideva il mondo, 25 anni fa. L’oratore che ha aperto la commemorazione, Erhart Neubert, ha voluto fare un accenno all’attualità, ricordando le recenti divisioni tornate a colpire il Vecchio Continente: “Nuovi problemi in Europa fanno tornare indietro al contesto di allora – ha detto -, ma cose del genere non hanno futuro. Da qui oggi arriva un momento di speranza”.

Ottomila palloncini illuminati, disposti sui 15 chilometri di quella che era la barriera simbolo della Guerra Fredda, attendono di prendere il volo davanti alle migliaia di berlinesi accorsi per assistere alla cerimonia, accompagnati dalla musica  dell’Orchestra nazionale tedesca, diretta da Daniel Barenboim, che suonerà l’Inno alla gioia, tratto dalla nona sinfonia di Beethoven. Una serie di appuntamenti, nello scenario della Porta di Brandeburgo e in altre zone della città, ospiteranno le esibizioni di artisti come Peter Gabriel e altri esponenti della scena musicale tedesca e internazionale.

“Agiamo insieme, uniti” ha poi continuato Angela Merkel, che oggi farà visita anche al monumento alle vittime del Muro di Berlino. Proprio queste persone occupano i pensieri della cancelliera tedesca: “Il giorno della libertà è anche sempre un giorno di commemorazione delle vittime”, ha continuato la presidentessa, che ricorda la Ddr, la Repubblica democratica tedesca, come uno “stato ingiusto, un regime di proprietà dell’ideologia”.

Anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha voluto partecipare alla commemorazione diffondendo una dichiarazione in cui ricorda come il mondo, quel 9 novembre 1989, cambiò per sempre: “La caduta del Muro di Berlino – dice – consentì la creazione di nuovi ponti fra le persone“, ma oggi “vedo come mio compito quello di riparare le crepe comparse in questi ponti dopo la peggiore crisi finanziaria ed economica dalla Seconda Guerra Mondiale. Non dimentichiamoci che quelle persone hanno lottato per la pace, ma che la pace in Europa non è scontata”.

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