Cene e fund raising. Cioè raccolta fondi. Tradotto: mille euro per sedersi a tavola con il gotha del renzismo, pasteggiare e riempire le esangui casse del Partito democratico. Ospite d’onore, Matteo Renzi. Invitati: parlamentari, simpatizzanti, imprenditori e chiunque volesse spendere la cifra. In tutto, circa 800 invitati. Prima a Milano, dopo 24 ore a Roma (dove ci saranno circa 600 persone). Obiettivo? “Contiamo di raccogliere circa 5 milioni di euro” ha assicurato un partecipante alla cena. “Abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Cambia il modo di fare politica, facciamo pagare molto meno ai contribuenti e raccogliamo fondi con cene come questa da 1000 euro, da 50 euro ma anche con la raccolta delle torte” ha spiegato il segretario del Pd lombardo Alessandro Alfieri. Non una novità nel panorama politico italiano, bensì iniziativa assai diffusa e assolutamente bipartisan. Nonostante ciò, tante le critiche contro il premier e il suo appuntamento politico-culinario milanese. E non mancano i colpi del fuoco amico: i civatiani hanno organizzato una colletta provocatoria per sedersi a tavola col premier, Rosi Bindi non ha condiviso il metodo di finanziamento. Alessandra Moretti, invece, è convinta sostenitrice (e autofinanziatrice): “L’importante è che queste iniziative vengano fatte in modo trasparente” ha detto l’eurodeputata arrivando al The Mall, nel nuovo quartiere di Porta Nuova, la location scelta per l’evento nel capoluogo lombardo. “Un’idea, un progetto di cui Matteo Renzi è espressione. Perché hanno fiducia in una politica che sta cercando di cambiare il paese” ha continuato l’ex bersaniana. Fuori dal locale, però, l’atmosfera non è sembrata inclusiva: area transennata e presidiata da forze di polizia, schiere di cronisti e fotografi.

Tra i primi ad arrivare, oltre alla Moretti, Stefano Boeri, imprenditori e avvocati, il presidente di Telecom Giuseppe Recchi, i ministri Maria Elena Boschi e Maurizio Martina. Intorno alle 21.30 è arrivato il presidente del Consiglio, che è entrato nel locale in macchina e non è passato davanti alla stampa che lo attendeva fuori. Chiusi i cancelli, la comunicazione è stata affidata ai social network: “Abbiamo recuperato 18 milione di risorse, grazie a questo nessun dipendente del Pd avrà cassa integrazione” si legge sul profilo Twitter ufficiale del Pd. Le parole sarebbero di Renzi. Che, sempre su Twitter, ha aggiunto: “Non è mai accaduto che legge elettorale e riforma costituzionale” fossero affrontati “insieme. Speriamo di avere anche il consenso delle opposizioni”. Poi ci sono le testimonianze de relato. Sempre parole del capo del governo: “Qualche editorialista e politico dice che siccome per trent’anni loro non ce l’hanno fatta neanche il governo dei ragazzini può farcela – ha detto Renzi – Si scommette sull’idea che domani sia peggio. Ma voi siete a una cena del Pd non perché vi piace il presidente del Consiglio – ha aggiunto – ma perché volendo bene a questo Paese oggi vedete che da questa parte c’è gente che prova concretamente, con tutti i propri limiti che sono numerosissimi, a farcela”.

Poi, dopo aver parlato di Jobs Act come “una riforma di sinistra perché ci prenderemo cura di chi perde il posto di lavoro” (parole riportate dal senatore dem Stefano Collina), Renzi ha parlato di un’Italia che viaggia a due velocità. Per ‘colpa’ del Sud. “Se avessimo il Sud in linea con il resto del Paese, avremmo un pil positivo. Ma ci sono due Italie – ha detto Renzi – C’è l’Italia che viaggia a ritmi pazzeschi e quella che per anni è stata abbandonata”. Non poteva mancare un passaggio sul possibile ritorno imminente alle urne: “Alle ultime elezioni il Pd ha preso il 41%: alcuni hanno detto vai alle elezioni, porta in Parlamento i tuoi amici e poi fai le riforme – ha raccontato il premier – Noi abbiamo fatto una scelta diversa, investire il capitale del 41%. Adesso ci giochiamo il tutto per tutto perché l’Italia si rimetta in moto”. Il tutto tra un risottino giallo con sfoglia di parmigiano, un manzo in salsa di speck e riduzione d’amarone e una mousse di cioccolato. Provenienza? Made in Eataly, ovviamente.

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