Dieci milioni di euro per non essere riusciti a prevenire la corruzione. La Fondazione San Raffaele Monte Tabor, imputata in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa, pagherà una multa di un milione di euro e gliene saranno confiscati altri nove. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare di Milano Alessandro Santangelo che ha ratificato l’accordo tra la Procura di Milano e la Fondazione.

I nove milioni confiscati sono la cifra che i pm Antonio Pastore e Gaetano Ruta ipotizzano sia stata prelevata dalle casse dell’ente e consegnati al faccendiere Pierangelo Daccò, condannato a nove anni in secondo grado per concorso nella bancarotta del San Raffaele.

Il reato era contestato in relazione all’operato del fondatore don Luigi Verzè, morto il 31 dicembre 2011, e del suo braccio destro Mario Cal, morto suicida il 18 luglio dello stesso anno. La misura rientra nel procedimento sul caso Maugeri (che aveva inglobato questa parte dell’inchiesta San Raffaele, ndr) che ha portato a giudizio, tra gli altri, con l’accusa di associazione per delinquere e corruzione, l’ex presidente regionale Roberto Formigoni, ora presidente della commissione Agricoltura del Senato. Quei soldi “distratti” erano poi finiti, secondo gli inquirenti, nelle tasche dei corrotti per ottenere delibere favorevoli sui fondi per la sanità della Regione Lombardia

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