Una ventina di lavoratori della Fiat di Termini Imerese, in provincia di Palermo, sono saliti sul tetto dello stabilimento per protestare contro i ritardi legati alla loro situazione contrattuale. Dopo che il Lingotto a fine 2011 ha fermato l’impianto non si è ancora trovata una soluzione definitiva per la reindustrializzazione dell’area e anche l’ultima soluzione proposta, quella di Grifa, è tutt’altro che definitiva. Tanto più che la società che vorrebbe produrre auto ibride in Sicilia, ancora non ha dato garanzie sulle sue capacità finanziarie che il ministero starebbe verificando.

E il 31 dicembre scatterà la fine della cassa integrazione per gli oltre i 1.100 dipendenti di Fiat e Magneti Marelli che lavoravano nell’impianto e avevano già ottenuto l’ennesimo prolungamento lo scorso aprile. Gli operai sono nel frattempo scesi dal tetto per riunirsi in assemblea, dove la situazione è tutt’altro che semplice. “I nuovi investitori sono ancora un grande punto interrogativo – spiega Roberto Mastrosimone, segretario di Fiom Sicilia -. Non ci fidiamo, non sappiamo ancora nulla sul progetto di ricapitalizzazione di Grifa, né quanti dipendenti vi transiteranno da gennaio”.

Il 10 novembre, intanto, è in programma un incontro tra il ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati per discutere il piano del consorzio Grifa. Costituita lo scorso aprile, la società aveva promesso di assumere 400 persone e di versare subito 75 milioni di euro nelle casse dello stabilimento, in un piano di investimenti complessivi da 350 milioni, 250 dei quali di provenienza pubblica. Ancora, tuttavia, è tutto bloccato a causa dello stallo nella trattativa con gli annunciati soci brasiliani del Banco Rio de Janeiro, che avrebbero dovuto fornire alla società il capitale necessario, ma fino ad ora non si è concretizzato nulla.

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Termini Imerese, le speranze si sono fermate ai cancelli della Fiat

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