Il prossimo 8 novembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi è atteso a Ripoli per l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria Val di Sambro, i cui scavi hanno rimesso in movimento diverse grosse frane nel paesino che si trova a monte del tunnel. La canna sud della galleria è l’ultima di tutta la Variante di Valico, la grande opera che affiancherà la vecchia A1 nel tratto appenninico Bologna-Firenze, lunga oltre 60 chilometri e costata almeno 3 miliardi di euro. Un’opera i cui lavori sono iniziati ormai 10 anni fa e la cui progettazione partì addirittura all’inizio degli anni Ottanta.

La grande frana Santa Maria Maddalena su cui poggia il paesino di Ripoli è stata risvegliata dagli scavi della galleria già dal 2010, poco dopo che gli operai delle ditte subappaltatrici avevano iniziato a forare la montagna. Dopo una lunga inchiesta giudiziaria per i reati di frana e delitto colposo di danno, il sostituto procuratore di Bologna Morena Plazzi aveva chiesto l’archiviazione. Tuttavia a metà ottobre il gip Andrea Scarpa non ha accolto la richiesta e ora le indagini, che erano sempre rimaste contro ignoti, potrebbero riaprirsi.

Una consulenza tecnica affidata proprio dalla pm a tre esperti, aveva comunque certificato che quella frana era stata risvegliata dai lavori per la Val di Sambro. Con l’arrivo degli scavi Ripoli ha iniziato a muoversi improvvisamente da pochi millimetri a decine di centimetri l’anno. La frana di Ripoli inoltre, da tempo ha messo in movimento anche i piloni del viadotto Piazza della Autostrada del Sole, che passa a monte del paesino e che è gestita dalla stessa società Autostrade per l’Italia. I misuratori hanno segnato uno spostamento di quasi due centimetri solo negli ultimi cinque mesi. E questo nonostante gli scavi abbiano da tempo superato quella zona. Inoltre lo scavo della galleria val di Sambro ha fatto muovere un altro pezzo della vecchia A1. La zona è quella chiamata Selva e da gennaio i movimenti segnati dai misuratori di Autostrade per l’Italia hanno superato, in un punto, i 10 centimetri.

Diverse famiglie di Ripoli, territorio in comune di San Benedetto Val di Sambro, sono state evacuate dalle loro case dopo l’inizio degli scavi. Molte abitazioni nel paesino hanno iniziato a muoversi e spesso a riempirsi di crepe. La stessa chiesetta del Trecento è stata dichiarata inagibile dalla Regione Emilia Romagna nei mesi scorsi. Ma per i ripolesi i disagi non sono arrivati solo dagli scavi della galleria. All’inizio del 2014 sono partiti anche gli espropri di molti terreni in tutto il borgo. Autostrade per l’Italia ha infatti in progetto lo scavo di diversi pozzi per controllare i movimenti del terreno: “Benché dai dati del monitoraggio – ha spiegato il 24 luglio 2014 una relazione di Autostrade per l’Italia al ministero delle infrastrutture – emerga una tendenza alla stabilizzazione del fenomeno franoso (dovuto anche al completamento dei lavori in quel tratto e quindi all’allontanamento dei fronti di scavo della galleria Val di Sambro), si ritiene necessario tuttavia poter eseguire gli interventi di drenaggio”.

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