Adesso parla di “un’intervista fatta per scherzo” e annuncia le dimissioni dalla carica di presidente, da formalizzare mercoledì davanti alla squadra. Ma il numero uno del comitato pugliese della Figc, Vito Tisci, è categorico: “Mi vergogno. Manderò tutto il fascicolo alla Procura federale. Dobbiamo emarginare questa gente”. E si muove anche il prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, che ha sollecitato l’immediata adozione da parte della questura di un daspo, il divieto di assistere a manifestazioni sportive. Il caso dell’aggressione a Luigi Rosato, arbitro 17enne, colpito con calci e pugni durante il match di Seconda Categoria pugliese tra Atletico Cavallino e Cutrofiano, innesca reazioni a catena. Perché dopo la violenza subita sono arrivate le dichiarazioni choc del presidente del Cavallino, Rosario Fina, che intervistato a freddo dal portale Solo Lecce si è lasciato andare a dichiarazioni folli: “Ha sbagliato e doveva essere punito. Due schiaffi sono stati pochi, ne meritava di più. Sono stati schiaffi leggeri, potevano essere più forti. Fosse capitato tra le mie mani? L’avrei ammazzato“.

Ricontattato dai media locali, Fina ha smussato la sua posizione e si è detto disposto a fare un passo indietro. Ma le sue parole restano, pesanti come un macigno. Fanno più male delle botte che il direttore di gara minorenne ha incassato dopo aver fischiato il secondo rigore a favore del Cutrofiano, in quel momento in svantaggio 2-1. È stata la miccia che ha innescato la follia, pare anche del dirigente della squadra leccese addetto al servizio d’ordine sostitutivo (non in tutti i campi delle campionati minori ci sono le forze dell’ordine)  che si sarebbe rifiutato di consegnare la chiave dello spogliatoio all’arbitro, esponendolo all’aggressione dei tifosi. “Mi vergogno, il fatto ha dell’incredibile. Il calcio pugliese non è questo. Questa gente non può fare sport, dobbiamo emarginarla”, afferma a ilfattoquotidiano.it Vito Tisci, presidente del comitato regionale. “Sono certo che il giudice sportivo darà una punizione esemplare. Ma siccome il presidente non va a referto e quindi non verrà giudicato, sarò io stesso a mandare tutto il fascicolo alla Procura federale”.

E nel pomeriggio è intervenuta anche la Prefettura del capoluogo pugliese, chiedendo che la questura si attivi per daspare il dimissionario numero uno del Cavallino e i responsabili dell’aggressione. Le dichiarazioni di Fina, scrive Perrotta, sono “pericolose” e “incentivanti di ulteriori e ben più gravi condotte”. Tra l’altro Fina non è nuovo a uscite del genere. Se lunedì ha fatto male con le sue dichiarazioni, due anni fa si rese protagonista di un’aggressione a un altro direttore di gara, strattonato e colpito al petto con una testata. Un episodio che gli è costato 13 mesi di squalifica, conclusa lo scorso febbraio. “Dobbiamo cambiare radicalmente registro. Gli arbitri sono una componente fondamentale del movimento e vanno tutelati, soprattutto nelle serie minori dove devono sbagliare per crescere – continua Tisci – E’ assurdo che a ventiquattr’ore da un episodio del genere un presidente invece di stemperare i toni e chiedere scusa rincari la dosi in quella maniera barbara”. Mea culpa arrivato a metà dopo che le sue dichiarazioni sono diventate un caso nazionale. “Mi dimetterò. Sono stato frainteso: si trattava di un siparietto fatto per sdrammatizzare l’invasione dei tifosi, io non ammazzerei nessuno – ha detto Fina – Su questa storia sono state raccontate anche menzogne, come che ad aggredire l’arbitro siano stati anche dei tesserati dell’Atletico Cavallino. L’importante è che l’arbitro stia bene. Gli auguro che non gli accada mai più una cosa del genere. E anche a me”.

Twitter: @AndreaTundo1

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