Leopolda, i nuovi renziani sono ai tavoli. Ma la star è il finanziere Serra
Alla convention del renzismo non solo i fedelissimi, ma anche insospettabili ex nemici e soprattutto le personalità dell'alta finanza. Proprio l'amico del premier, protagonista di una sparata sull'inutilità e i costi dello sciopero, diventa bersaglio della manifestazione Cgil di Roma
A Firenze, però, l’eco di Roma non arriva. E Serra rimane la star. “E’ lui l’alter ego di Matteo” confida al fattoquotidiano.it un renziano della seconda ora. La fascinazione è evidente, tutti lo stimano e tutti lo ascoltano. Ma c’è chi addirittura si spinge e lo immagina a capo dell’esecutivo. E’ lui il dopo Renzi? E’ solo una suggestione? Non è dato sapere. Il dibattito entra nel vivo, e di conseguenza i commensali si scaldano, quando il finanziere si lascia scappare un duro attacco contro il governo del condannato Silvio Berlusconi: “La depenalizzazione del falso in bilancio, fatta da Berlusconi, è stata criminale”. Cala il silenzio. E qualcuno con un filo di sarcasmo si domanda sottovoce: “Ma Matteo non governa con Berlusconi?”.
Serra: “Depenalizzazione falso in bilancio fatta da Berlusconi è criminale”. La gente: “Ma Renzi non governa con lui?”
Così, dalle nove e trenta di stamane alla ex stazione Leopolda, location storica del renzismo di rottamazione e di governo, dopo la sbornia di ieri sera in cui l’ex sindaco di Firenze ha esaltato le passate edizioni, c’è il tutto esaurito, i sostenitori si accalcano fuori; c’è perfino chi attende quattro ore. Cinquantadue tavoli per cinquantadue temi, centinaia e centinaia di sostenitori del presidente del Consiglio, nonché potenziali elettori vogliosi di argomentare i temi più disparati: dal fisco alla pubblica amministrazione, passando per le pari opportunità, l’istruzione, la giustizia, e molto altro. Perché “noi oggi – apre le danze il segretario-premier in camicia bianca di ordinanza e jeans – vogliamo essere in grado di dare obiettivi concreti per il Paese”.
E c’è tutto l’esercito del renzismo. Parlamentari della prima e della seconda ora affollano la vecchia stazione. “Saranno circa duecento”, fa sapere l’organizzazione dei 500 volontari. E fra le sagome, oltre ai renzianissimi (Dario Nardella, Simona Bonafé, Maria Elena Boschi in tubino di nero, Luca Lotti, Davide Faraone e David Ermini), c’è anche chi fino a qualche mese si trovava dall’altra parte della barricata. Come, ad esempio, Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Copasir, un tempo dalemiano, poi convertito al veltronismo, e oggi manco a dirlo fedelissimo del premier. Per non parlare dell’ex comunista Gennaro Migliore, che sembra più renziano dei renziani. Migliore si coccola il tesoriere Francesco Bonifazi, si siede al tavolo con Dario Nardella, e nel pomeriggio addirittura ne presiede uno sulla “carta dei diritti civili”. “Io c’ero anche l’anno scorso”, spiega a ilfattoquotidiano.it quasi volendosi giustificare. E fra gli ex vendoliani ormai convertiti al renzismo si annoverano anche Ferdinando Aiello e Sergio Boccadutri, entrambi parlamentari che hanno rimpinguato il gruppo democrat. Ma la lista continua fino ad arrivare alla lettiana Anna Ascani, che tirerà le fila del tavolo sulla “digitalizzazione delle scuole”. Corsa al carro del vincitore? Chissà. Isolato appare Matteo Richetti, che recentemente in una intervista a “In mezz’ora” aveva “strigliato” Matteo Renzi, e appunto per questo conteso dalla televisioni. Presenti anche esponenti di Scelta Civica come Andrea Romano, visto a colloquio con Brunello Cucinelli.
Ci sono anche ex dalemiani, montiani e chi fino a pochi mesi fa era con Vendola
Ma alla Leopolda ci sono anche i non addetti ai lavori. Pezzi di establishment come Fabrizio Landi, attualmente nel cda di Finmeccanica e che ha fatto sapere di aver versato 10mila alla fondazione Open. Imprenditori come Patrizio Bertelli, ad di Prada, che davanti alla platea racconta la storia del prestigioso marchio della moda: “Questa Italia che vuole cambiare deve rimuovere i cavilli burocratici. Noi dobbiamo diventare determinati nel cambiare l’Italia. Io Matteo lo conosco da anni, farà anche qualche errore, ma io inviterei tutti i presenti e i non presenti a convincersi che è arrivato il momento di cambiare l’Italia”. O altri imprenditore come Vito Pertosa, presidente e amministratore della MerMec, società che nel corso degli anni si è distinta per la realizzazione dei migliori sensori per il trasporto ferroviario. C’è anche Andrea Guerra, ex ad di Luxottica: “La scorsa volta che sono venuto alla Leopolda avevo un lavoro, oggi non ce l’ho e spero di trovarlo”. Per molti una vera e propria candidatura per un ministero al punto che nel backstage ritorna prepotentemente ad aleggiare lo spettro del rimpasto, passaggio che potrebbe consumarsi nel giro di poche settimane in virtù anche di una serie di caselle vacanti, come quella della Farnesina, essendo Federica Mogherini nominata Mrs Pesc.
Gli imprenditori presenze fisse: da Bertelli a Cucinelli, passando per Andrea Guerra (futuro ministro?)
Ma alla Leopolda le carte si mescolano. E accanto a figure come Guerra e Serra, si annovera anche Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione che si domanda: “Cosa c’entra Raffaele Cantone alla Leopolda? La corruzione è uno dei problemi principali del Paese. Questa volta, forse, forse, si potrà fare qualcosa”. Tra i tavoli si aggirano anche il siciliano Pif, e lo scrittore Fabio Volo, anche lui in camicia bianca di ordinanza, e che questa sera sarà l’inviato di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Ma c’è anche la Sicilia. Il faccione è quello del governatore siciliano Rosario Crocetta che alle primarie dello scorso dicembre era sostenitore di Gianni Cuperlo, e oggi è super tifoso del segretario-premier. Alla fine, però, le facce di parecchi commensali non sembrano soddisfatte. Poco tempo a disposizione, è l’accusa principale, al punto che nel tavolo dedicato al mezzogiorno due partecipanti arrivano allo scontro: “La paura è che il dibattito odierno resti circoscritto alla tre giorni”. A ciò si aggiunge un altro elemento. L’impressione è che la sfilata leopoldina serva anche a colmare la distanza fra parlamentari ed elettori. Alla delegazione di Montecitorio e Palazzo Madama arrivano le richieste più disparate dai territori. I partecipanti chiedono di tutto: dall’attività di governo di questi mesi fino al partito. E la prova si ha quando il tesoriere Francesco Bonifazi, uomo macchina della fu “ditta”, si rivolge così con uno dei commensali: “Se mi chiami, ci penso io per te. Vienimi a trovare in via Sant’Andrea delle Fratte”.
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La Redazione
Palermo, 6 feb. (Adnkronos) - "In merito ai roghi di rifiuti l’Assessorato all’Energia e ai servizi di Pubblica Utilità ha richiesto all’ARPA, al Comando del Corpo Forestale Regionale e ai Vigili del Fuoco il proprio contributo. In particolare, questi ultimi hanno evidenziato che dal 1° gennaio 2022 al mese di settembre 2024 si sono verificati 56 roghi in discariche e impianti di trattamento rifiuti". Lo ha reso noto nel corso della sua audizione davanti alla Commissione Ecomafie il Presidente della Regione siciliana,Renato Schifani. "Tali dati non comprendono i numerosi interventi dei Vigili del Fuoco per la combustione di materiali vari, legati al fenomeno diffuso dell’abbandono dei rifiuti. ARPA Sicilia ha riferito in merito all’attività di monitoraggio ambientale eseguita a seguito dell’incendio di Bellolampo avvenuto in data 24.07.2023. Un ulteriore evento è avvenuto il 17.06.2024 lungo la scarpata della cosiddetta VII vasca. In data 25/06/2024 si è verificato un incendio presso la discarica sita in C.da Zuppà nel Comune di Mazzarrà S. Andrea (ME), cui si è fatto precedentemente cenno".
"Oltre agli incendi presso gli impianti Arpa Sicilia ha riferito su altri eventi incendiari particolarmente rilevanti che hanno riguardato in data 20.01.2024 l’impianto di trattamento rifiuti della Ditta OMNIA, sito in Contrada Bugiades nel Comune di Licata (AG), e in data 22.08.2022 l’impianto della Ditta Ecomac Smaltimenti S.r.l., sito in C.da San Cusumano nel Comune di Augusta (SR)", riferisce Schifani.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Uno dei più autorevoli dirigenti del Pci, un protagonista della evoluzione culturale e politica impressa da Berlinguer al comunismo italiano". Così Piero Fassino ha ricordato Aldo Tortorella. "Apparteneva -ha aggiunto- alla generazione che, nata sotto il fascismo, fu protagonista della liberazione del Paese e della costruzione della democrazia e della Repubblica ai cui valori Aldo ispirò ogni sua azione. Intellettuale raffinato sempre aperto al confronto, costantemente attento a trasmettere valori e ideali forti, ogni interlocuzione con lui era motivo di arricchimento e di conoscenza. Lo ricordo con affetto -ha concluso Fassino- stringendo Chiara in un abbraccio affettuoso"
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Se n’è andato Aldo Tortorella, un uomo meraviglioso, per coerenza, per cultura, per intelligenza e per simpatia. Ci direbbe: non rimpiangere e guarda avanti!". Lo scrive Pier Luigi Bersani sui social.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Giornalisti, come il direttore di ‘Fanpage’ Francesco Cancellato, e attivisti, come il fondatore di Mediterranea Luca Casarini, spiati attraverso software di origine israeliana pensati per uso militare. L’azienda che distribuisce questo sistema avrebbe contatti con il governo italiano che però ha smentito mentre il giornale inglese Guardian scrive che il rapporto sarebbe cessato e, quindi, esisteva. Chi ha messo sotto controllo i telefoni di queste persone? E con quali obiettivi? Si tratta di una vicenda torbida e allarmante, in discussione c’è la libertà di stampa, la sicurezza nazionale, la tutela dei diritti di ogni cittadino. Il Governo ha il dovere di chiarire subito, senza reticenze. E deve farlo in Aula. Vogliamo risposte precise su una questione che non ammette omissioni o slogan propagandistici”. Così Anna Ascani, deputata del Pd e vicepresidente della Camera.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Era ancora uno studente quando entrò nella Resistenza a Milano con il nome di 'Alessio'. Partigiano, giornalista, filosofo, parlamentare e dirigente comunista con Enrico Berlinguer segretario, Aldo Tortorella si è spento ieri all'età di 98 anni. Era nato a Napoli nel 1926, trascorse la giovinezza tra la Liguria a la Lombardia. Divenne responsabile degli studenti antifascisti con Gillo Pontecorvo. Venne arrestato dai fascisti ma con una rocambolesca evasione, travestito da donna, riuscì a fuggire e a Genova continuò la lotta partigiana. Il 25 aprile quando l'Unità, non più clandestina annuncia, la Liberazione, Tortorella appena diciannovenne era il redattore capo dell'edizione ligure del giornale del Partito comunista.
Nel 1957 si trasferisce a Milano, dove subentra a Davide Lajolo nella direzione de l'Unità. In seguito diverrà segretario della Federazione milanese del Pci e poi del Comitato regionale lombardo. Direttore nazionale de l'Unità dal 1970 al 1975, nel 1971 Tortorella è eletto per la prima volta deputato. Confermato sino al 1994, è stato responsabile della politica culturale del Pci durante la segreteria di Enrico Berlinguer.
Nel 1989, Tortorella fu uno dei principali oppositori della Svolta della Bolognina. Tuttavia, quando il Pci divenne Partito Democratico della Sinistra (Pds), vi rimase come membro della corrente di sinistra guidata da Giovanni Berlinguer. Nel 1999, allo scoppio della guerra del Kosovo , Tortorella abbandonò il Pds in polemica con l'allora primo ministro e segretario del partito, Massimo D'Alema. Tortorella lascia la moglie e il figlio Giuliano.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Coda polemica alla Camera prima del voto finale sul decreto legge cultura. Il ministro Alessandro Giuli chiede e prende la parola per esprimere un ringraziamento: "Vorrei cogliere il dato positivo -afferma l'esponente del Governo- che va oltre le critiche più che legittime che sono emerse da questa discussione. La parola Olivetti non risuonava in questo Parlamento da tanto tempo, da tanti decenni. Se mi consentite anche perchè Adriano Olivetti..." A quel punto dai banchi dell'opposizione si manifesta un certo malumore e il vicepresidente e presidente di turno, Sergio Costa, ribadisce al ministro che il suo intervento è per "ringraziamenti".
"Allora per le polemiche -conclude Giuli- ci vedremo nelle sedi opportune. Grazie anche a chi non sempre merita del tutto i ringraziamenti o sceglie di non riceverli".
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "In aula Nordio ha sbugiardato Giorgia Meloni. La premier ha detto che il ministro della Giustizia non sapeva nulla, e invece il ministro ha detto tutto il contrario. Qui il pasticcio non l'ha combinato la Cpi, l'ha combinato il governo Meloni mentendo a ripetizione davanti al Paese e al Parlamento". Lo dice il capogruppo M5s alla Camera, Riccardo Ricciardi, al Corriere della sera. "Questa è una questione politica. E' Meloni che come al solito, per nascondere i suoi fallimenti su immigrazione e sul fronte economico, l'ha buttata in 'caciara'".
"Per noi del Movimento 5 Stelle tutte le opzioni sono al vaglio. Di sicuro proseguiremo con un forte ostruzionismo. Non è possibile trattare il Parlamento così: vedere quella sedia vuota di Meloni è stato svilente, per il Parlamento e per il Paese".
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