Le coperture della legge di stabilità, primo fra tutti quel bonus bebè annunciato da Matteo Renzi nel salotto di Barbara D’Urso e che a fatica potrà essere garantito oltre il 2015. Ma anche le stime di decrescita del Pil nel 2014 che nei corridoi del ministero del Tesoro continuano a pensare troppo ottimistiche. Ci sarebbe tutto questo, come anticipato da Repubblica, a pesare sulla decisione di dimettersi di Lorenzo Codogno, supermanager del dicastero e capo dell’analisi e della programmazione economica e finanziaria. Dimissioni presentate più volte nei giorni scorsi, ma che sarebbero state tutte respinte dallo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che per il momento è riuscito ad arginare la situazione. Anche se i malumori sono appena cominciati.

Sarebbe questo il secondo addio collezionato da Matteo Renzi tra i dirigenti incaricati della stabilità dei conti pubblici e della razionalizzazione della spesa pubblica. Il già famoso commissario alla spending review Carlo Cottarelli a breve lascerà per tornare negli Stati Uniti al Fondo monetario internazionale. Un addio tra gli screzi con il presidente del Consiglio, esito finale di un rapporto sempre più freddo.

Ora potrebbe essere il turno di Codogno. Ex della Bank of America a Londra e master in finanza a New York, è il supermanager che si occupa delle analisi su economia, deficit e debito, ma soprattutto sulla pianificazione della legge di stabilità. Lavora a fianco di Maria Cannata, dirigente generale incaricata dei rapporti con gli investitori. Ed è proprio questo che il manager non è più pronto a fare: cercare di convincere persone esterne che la situazione dell’Italia e che alle promesse dell’esecutivo corrispondono concretezza e affidabilità.

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