“Trasferta operaia” in Emilia Romagna per il sindaco grillino di Livorno Filippo Nogarin. Il primo cittadino, fascia tricolore al collo, è partito in pullman con i dipendenti della Trw (componentistica auto) che temono la chiusura dello stabilimento di Livorno e insieme a loro effettuerà un volantinaggio per sensibilizzare i circa 350 colleghi della Trw di Ostellato (Fe). Il futuro dei 413 operai livornesi è assai incerto. Il gruppo tedesco ZF ha infatti acquisito recentemente l’azienda statunitense ma la nuova proprietà non sembrerebbe interessata a puntare su Livorno. Giovedì scorso era iniziata a circolare anche la voce di una possibile chiusura dello stabilimento: gli operai hanno così deciso di fermare la produzione e di allestire un’assemblea permanente in attesa dell’incontro decisivo al ministero in programma il prossimo 29 ottobre.

Ieri pomeriggio intanto i rappresentanti del governo e delle istituzioni locali hanno incontrato Trw: ai dirigenti è stato chiesto di mantenere aperto lo stabilimento labronico almeno per tutto il 2015, in modo da guadagnare tempo per trovare soluzioni alternative. Il management non si è sbilanciato: la risposta definitiva sarà resa nota il 29. Per l’Emilia Romagna partiranno due pullman: “All’iniziativa parteciperanno un centinaio di dipendenti – spiega Simone Puppo della segreteria provinciale Fiom – una volta arrivati a Ostellato effettueremo un volantinaggio e un’assemblea congiunta con i colleghi”. Il sindaco pentastellato ha cancellato tutti gli impegni e le riunioni fissate in precedenza per star vicino agli operai: “Sono ormai diversi giorni che seguo con molta attenzione la questione – precisa a ilfattoquotidiano.it Nogarin ­ farò il massimo per salvare questi posti di lavoro. E prenderò parte al volantinaggio indossando la fascia tricolore di sindaco”.

Il primo cittadino non si limiterà soltanto a mostrare solidarietà e vicinanza. Nogarin sembra infatti intenzionato a mettere a disposizione di Trw alcune aree industriali della periferia livornese in mano a Spil Spa (controllata al 63% dal Comune) su cui far nascere una nuova fabbrica: a quanto si capisce il mantenimento dell’attuale struttura in via Enriques avrebbe infatti un peso importante sul bilancio dell’azienda. “I problemi legati all’attuale sito produttivo di Trw sono noti da anni – continua Nogarin – il Comune potrebbe perciò inizialmente affittare gratuitamente le nuove aree individuate per poi passare a un canone sostenibile”. Una misura che secondo alcuni potrebbe però non essere sufficiente. La rabbia e la disperazione degli operai era iniziata a montare nei giorni scorsi. Il 17 ottobre è stata simbolicamente occupata la sede locale di Confindustria dov’era in corso la riunione tra i nuovi manager e le istituzioni.

Urla di protesta, lacrime di disperazione, rabbia: alla fine due rappresentanti sindacali sono riusciti a entrare nella sala riunioni del piano terra arrampicandosi direttamente dalla finestra esterna posta sulla strada, spinti dalle braccia dei colleghi. Una trattativa serrata, conclusasi dieci ore più tardi in Prefettura: l’azienda sembra aver “congelato” l’ipotesi chiusura ma gli scenari futuri (e soprattutto gli eventuali contraccolpi occupazionali) saranno chiariti soltanto il 29 ottobre. “La situazione è ancora molto incerta – ribadisce a ilfattoquotidiano.it Simone Puppo della segreteria provinciale Fiom – sul futuro della fabbrica continuano a girare mille voci”. I contratti di solidarietà termineranno a fine dicembre: “A quel punto avremo esaurito gli ammortizzatori sociali a disposizione. L’incontro al ministero sarà importante anche per parlare di questo”.

I riflettori nazionali sullo stabilimento labronico continuano intanto a restare bene accesi: domani sera è previsto l’arrivo in fabbrica dello stesso segretario generale della Fiom Maurizio Landini. Il caso Trw non è l’unica vertenza “scottante” che deve affrontare il territorio labronico. Altri fronti “caldi” sono Cooplat e la raffineria Eni (il tavolo al ministero è fissato al prossimo 23 ottobre). Nelle ore scorse Nogarin ha incontrato proprio uno degli imprenditori che sembrava tornato in lizza per acquisire lo stabilimento del Cane a sei zampe. Il finanziere Gay Klesch ha però smentito quest’ipotesi, rispedendo infine al mittente tutte quelle accuse che lo vorrebbero dipingere soltanto come uno “spietato” speculatore.

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