Siamo alle solite. Quando sembra che il peggio sia passato, ecco che improvvisamente le paure e le insicurezze ritornano. L’Inter 2.0 di Mazzarri, che ad inizio stagione aveva impressionato avversari e stampa si ritrova a dover convincere per l’ennesima volta la tifoseria (e se stessa) che le ultime due sconfitte in campionato sono solo un incidente di percorso per una società, che quest’anno, riparte quasi da zero e che ha voglia e fretta di cancellare la confusione post triplete che ormai regna in casa nerazzurra da troppi anni.

Di certo non è un compito facile quello affidato al tecnico livornese, ma in queste ultime settimane, più che progressi, abbiamo visto passi indietro, soprattutto per quanto riguarda la costruzione del gioco e l’organizzazione difensiva. Con queste difficoltà è normale che anche la fase di finalizzazione ne risenta. Come se non bastasse, anche la condizione fisica della squadra non sembra ottimale e la passata sosta per le nazionali non ha fatto altro che peggiorare la situazione, restituendo ai nerazzurri un Osvaldo fuori uso per diverse settimane, un Kovacic (bene che vada) a metà servizio e Medel acciaccato. Inoltre la condizione dei suoi big (Palacio, Hernanes e Vidic su tutti), da inizio anno, lascia ancora molto a desiderare e il pesante infortunio occorso a D’Ambrosio non ha fatto altro che abbassare ulteriormente il morale della squadra.

Allora, perché non risollevare le sorti della stagione con una ventata di freschezza? A centrocampo è mancata spesso vivacità e corsa, ma il minutaggio dei giovani in rosa non è stato all’altezza. A parte l’ormai indispensabile Mateo Kovacic, ragazzi come Obi, Khrin e Mbaye faticano a trovare spazio nonostante le qualità dimostrate nel recente passato, mentre in attacco è ormai chiaro che il futuro papà Icardi ha bisogno di una spalla per essere valorizzato al meglio e messo nelle condizioni di finalizzare il gioco. In quest’ottica l’assenza di Osvaldo e l’irriconoscibile Palacio di inizio stagione potrebbe dare spazio, almeno per qualche minuto, all’esordio stagionale di Federico Bonazzoli, talento bresciano classe ‘97 della Primavera interista. Un ragazzo che non finisce mai di stupire, con qualità sopra la media ed una maturazione psicofisica sorprendente.

Vero leader con i suoi pari età e reduce dalla tripletta rifilata al San Marino durante la partita di qualificazione al prossimo Europeo in Grecia con l’under 19, è stato inserito tra i 21 convocati di Walter Mazzarri per la sfida contro il Napoli (scippato, di conseguenza, a mister Vecchi per il derby Primavera). Per tutti, un’occasione da non sprecare: il “Bona”, a soli 17 anni, potrebbe finalmente dimostrare il suo valore nella massima serie con un avversario di livello, confermando quanto riportato dal The Guardian appena pochi giorni fa, quando lo ha inserito tra i migliori 40 talenti del calcio mondiale, sottolineandone le indiscusse qualità da bomber di razza e la duttilità in campo al servizio della squadra; WM, dal canto suo, darebbe un chiaro segnale che il progetto Inter (fortemente voluto da Thoir e Moratti) è ancora vivo nonostante i risultati altalenanti e potrebbe persino ritrovarsi in rosa una valida alternativa in attacco o meglio ancora, un potenziale campione su cui costruire l’Inter del futuro. A mio parere, aspettare ancora non avrebbe senso.

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