Da fuori è una villetta marrone su due piani, anonima, identica alle altre che rimangono intrappolate in questa stretta e breve via un po’ fuori Cinisello Balsamo, ex quartiere dormitorio di 75mila anime tra Milano e Sesto San Giovanni. Ma basta dare un’occhiata al piano inferiore per intravedere l’occhio di una telecamera spuntare dalla finestra di un seminterrato. E’ mimetizzato alla bene e meglio tra una statua della Madonna e un altarino decorato con fiori di plastica, e segue tutto quello che avviene sulla strada. E’ in questa sorta di garage di via De Marchi che i carabinieri del luogotenente Bernardo Aiello hanno scoperto una fabbrica clandestina dove venivano modificate e prodotte armi di ogni genere.

Sei canne lavorate per accogliere i silenziatori, due scheletri di semiautomatiche, tre culatte. E ancora, aste, otturatori, un mirino telescopico e un puntatore laser. Oltre a seicento ogive e pallettoni, maschere per cartucce, centonovanta bossoli e una pressa per ricaricarli con la polvere da sparo. Questi i “ferri” trovati nella santabarbara che era stata attrezzata con tutto l’occorrente per fabbricare e ridare nuova vita alle armi “sporche”. Nel giro della malavita non sono tanti gli artigiani che sanno compiere opere d’arte simili, ma F. F. era uno di questi.

Classe ’64, operaio di origini siciliane e pregiudicato per possesso e fabbricazione di armi clandestine: a lui gli investigatori sono arrivati dopo le indagini che martedì 14 ottobre, intorno alle 20, hanno portato al suo arresto in flagranza. Non vengono forniti molti dettagli sul suo conto. Le indagini sono ancora in corso, e dalla stazione dei carabinieri di via Pecchenini fanno capire che sono delicate. Ma bastano le poche parole scappate di bocca a un militare per capire quanto fosse bravo nel suo lavoro, forse uno dei migliori sulla piazza: “La prima volta che lo arrestammo, il nostro tecnico che si occupa di armi gli fece i complimenti, non aveva mai visto lavori così ben fatti”.

Adesso però c’è da capire da chi fosse composta la clientela dell’uomo: pesci piccoli che si accontentano di qualche colpo in farmacia e nei supermercati? O personaggi di maggiore spessore che vantano quarti di nobiltà criminale? Gli uomini del capitano Salvatore Pignatelli, comandante della compagnia di Sesto San Giovanni, e quelli di Cinisello Balsamo dovranno partire proprio da quell’arsenale per risalire al giro di acquirenti. C’è da scoprire se quelle armi sono state usate per rapine o qualcosa di più grave a Milano o nel suo hinterland, e c’è da scoprire da chi. “Ogni tanto sentivo qualche tonfo da quel garage, ma figuriamoci se avessi immaginato una roba del genere – racconta un vicino – Lavorava come addetto alla pulizia delle strade, viveva con i genitori proprio qui dietro almeno da venti anni, usciva di rado. Insomma, uno casa e lavoro”. E armi da ‘ripulire’.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

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