Alex Zanardi è un extraterrestre. Parliamo di attitudine alla sfida, di spostare il limite oltre con spietata determinazione e risultati sempre sorprendenti. Alex Zanardi ha ricevuto l’ennesimo battesimo di una vita da trasformista. Ex pilota di Formula 1, atleta paralimpico, scrittore, conduttore televisivo. Insomma se Zanardi punta un obiettivo, lo raggiunge. L’ultima impresa del “campione” bolognese l’abbiamo già ammirata e decantata. La versione “Iron Man” di Zanardi ci ha convinto ma proprio la gara delle Hawaii mi ha fatto pensare a qualcosa di grandioso.

In questa prova, valida per il campionato mondiale degli uomini d’acciaio si è cimentato anche l’astronauta Luca Parmitano, che, arrivato al traguardo stremato e contento (2 ore e 45 minuti dopo Zanardi) ha dichiarato: “Mentre ero in orbita, ho cercato di pensare a una disciplina che rappresentasse una vera sfida, chiedendo a un amico di aiutarmi nell’iscrizione visto che ero nello spazio”.

Parmitano dalla nave spaziale ha sognato il Triathlon ma questo incrocio hawaiano di italiani speciali potrebbe suggerire l’ennesima grande sfida di Alex, sarebbe la più grande di tutti.

Ora parlo da sognatore, da tifoso che segue le vicende sportive di Alex vedendoci dentro tanti altri messaggi che possono essere presi a modello in ogni campo. 
Ecco se Parmitano dallo spazio è arrivato al triathlon Zanardi dal triathlon potrebbe arrivare allo spazio? Una domanda, per adesso, la mia, perché qualcuno potrebbe tirarmi giù dalla mia utopistica rampa di lancio motivando con competenza l’impossibilità della missione “Alex Zanardi nello spazio”. La parola “limite” Zanardi l’ha distrutta da tempo, frantumata e un’unica prima decisiva tappa per intraprendere una cosa così impegnativa è la voglia di farla.

Magari ad Alex non interessa ma magari, ha già chiesto lumi a Parmitano, dopo il traguardo quando la mente elabora l’impresa appena compiuta e l’adrenalina ti porta in orbita. Alex Zanardi, primo disabile della storia nello spazio? Non sono documentato, lo ammetto, ma la suggestione non scemerebbe nemmeno se fosse il decimo, il centesimo. Sarebbe intatta perché è Alex e tutti noi sappiamo quanto bene riesce a comunicare le sue emozioni agli altri. Immaginatelo in versione “Parmitano”, a trasmettere al mondo cosa prova, cosa vede, come ci vede mentre galleggia nello spazio.

Un’altra, bella notizia per noi italiani mi ha suggerito questo incrocio impossibile: a novembre Samantha Cristoforetti andrà in orbita e porterà con sé la bandiera della pattuglia acrobatica WeFly! sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il WeFly! Team è un esempio unico al mondo: la sola pattuglia acrobatica esistente dove due dei tre piloti sono disabili. Lo slogan di Alessandro Paleri, Marco Cherubini e Erich Kustatscher è “Osa Volare”. Il pilota, Marco Cherubini dice con orgoglio che le loro esibizioni spettacolari in tutto il mondo hanno un valore assoluto e la bandiera del WeFly! nello spazio ricorderà a tutti che pur essendo in carrozzina si può volare e che lo si può fare anche ad altissimi livelli”.

A novembre una bandiera può essere un inizio, Alex adesso tocca a te che sei una bandiera vivente, hai voglia di “sventolare” in orbita?

Articolo Precedente

Volley 2014, Italia-Brasile: sogno infranto ma bene organizzazione e pubblico

next
Articolo Successivo

Basket, bloccati ragazzini veneti nati in Etiopia. “Serve documento da Paese natìo”

next