Il mio amico statunitense Scott lavorava nei primi anni 90 per un importante centro americano di sviluppo nuovi prodotti e in seguito alle ricerche commissionategli dalla sua azienda, progettò lo spazzolino da denti con la spazzola intercambiabile: tieni il manico, cambi solo la spazzola. Scott aveva progettato tecnicamente il dispositivo di aggancio e sgancio.

Quest’ultimo venne giustamente brevettato a nome dell’azienda e.. il nulla. Il brevetto per 20 anni é rimasto in un cassetto. Scott si è licenziato nel giro di pochi anni e ora si occupa di decrescita, downshifting e tessuto urbano a Berlino. Perché un’idea geniale e utile resta in un cassetto per decenni?

Per lo stesso motivo che ha portato la lampadina di Tesla, tuttora funzionante, ad avere figlie e nipoti con un ciclo di vita di pochi anni. Negli anni 20 i produttori si sono accordati su standard di produzione comuni che impedissero la produzione di lampadine eterne o di lunga durata.

Stesso discorso per la canapa, bandita dopo millenni di sano utilizzo nei più svariati campi dal peggiore quintetto della storia (Hearst-Dupont-Rockfeller-Carnegie-Anslinger): consiglio la visione di questo video dal minuto 23 al 36.

Negli anni 40 un’importante produttore americano di lavatrici stava chiudendo non perché i suoi prodotti erano scadenti ma al contrario, perché il mercato era saturo e non richiedeva altre lavatrici perché tutte funzionavano a meraviglia. Sappiamo oggi quanto dura una lavatrice e quanto la garanzia ne copre il buon funzionamento. Questa storia l’ho sentita per la prima volta sui banchi universitari del Politecnico di Milano (Prof. Finizio e Morello).

A quel tempo, metà anni 90, le informazioni sulla genesi e l’evoluzione dei prodotti erano si sconcertanti ma erano anche presentate, nelle aule universitarie, come aneddoti da conoscere e dimenticare in fretta. La motivazione con cui si spiegava l’accaduto, era quasi sussurrata con una vergogna ben nascosta. L’obiettivo era quello di tutelare i posti di lavoro, il progresso, evitare la chiusura dell’azienda, etc..L’enorme problema della gestione dei rifiuti non era ancora esploso, solo Sting si era dannato l’anima per l’Amazzonia qualche anno prima. La parola sostenibilitá era appannaggio di pochi. Oggi é tutto diverso.

Non possiamo più permetterci su scala locale e globale di avere leggi che tollerino un ciclo di vita dei prodotti così breve (vedi Altroconsumo 285, pag. 24), il pianeta chiede in ginocchio basta. Si deve legiferare a livello europeo per triplicare la garanzia sui prodotti in circolazione e renderla obbligatoria. Altro che Ttip, che abbasserà i già insufficienti standard europei, attualmente più elevati degli americani, con una deregulation delle sostanze tossiche e abbassamento delle tutele per i consumatori. La legislazione che tutela i consumatori cinesi dai prodotti chimici è oggi più severa di quella americana. (The Toxic Burden, Patrizia Marani, trailer) (The human experiment, Sean Penn). Aderire al Ttip significa abbassare le tutele dei consumatori europei a tutto vantaggio, come sempre, delle multinazionali.

Il ciclo di vita dei prodotti (sempre piú breve, sempre piú numerosi) deve considerare il ciclo di vita del pianeta (uno solo, sempre quello). Campagne governative di sensibilizzazione dovrebbero istruire i cittadini sul fatto che tenersi in casa una lavatrice (o in garage un’autovettura) per 10 anni è molto figo e va di moda. Se uno spremiagrumi elettrico è venduto con una garanzia di due anni e una volta guasto non si può più riparare perché progettato male (anzi molto bene nella logica dell’obsolescenza programmata) non può e non deve essere un prodotto che rispetta gli standard europei. Esso dovrebbe passare la dogana Eu solo se la garanzia è minimo di 6 anni e riparabile in tutti i suoi componenti.

Questa battaglia politica contro le multinazionali può essere fatta esclusivamente da forze politiche non finanziate dalle stesse multinazionali e slegate da qualsiasi rapporto di vicinanza o gratitudine alle lobby. Di certo tutto ciò è a vantaggio dei cittadini, della loro salute (meno pcb da inceneritori) e del loro portafoglio (meno tasse smaltimento rifiuti e meno spesa per ricambio prodotti) e comporta pesanti perdite di ricavi per i produttori (meno pezzi venduti) che si vedrebbero costretti a licenziare i lavoratori…in Indonesia, Cina, India, etc.. e allora di cosa abbiamo paura? Quanti morti di tumore dobbiamo sopportare in ogni famiglia prima di aprire gli occhi?

P.s: postilla per chi si chiedesse perché una ditta trova e progetta un’invenzione, poi la brevetta e la dimentica in un cassetto. Perché il brevetto in quel caso non viene usato per avere l’esclusiva e quindi un vantaggio nella vendita del prodotto ma bensì per impedire ad altri di produrlo. Così facendo si mantiene la domanda di quel prodotto e la corrispondente spesa del consumatore che altrimenti diminuirebbe di molto a tal punto da intaccare gli stessi interessi (abbassando i ricavi) della ditta che possiede il brevetto oltre che quelli della concorrenza. Un’invenzione che porta meno ricavo del prodotto che sostituirebbe. Tutto gira sempre e solo intorno a quello, la salute e l’ambiente sempre dopo.

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