Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, chiede l’autorizzazione a Governo e Avvocatura dello Stato per far partire i lavori di messa in sicurezza del Bisagno, il torrente che da anni, tracimando, è la principale causa delle alluvioni che hanno colpito il capoluogo ligure. Un “ok” che, dopo le polemiche sui ritardi dei lavori al corso d’acqua, è possibile grazie a un provvedimento presente nello Sblocca Italia, ma che ha bisogno dell’autorizzazione per permettere alla Regione di iniziare le operazioni. “Se ricevo il via libera dall’Avvocatura dello Stato e dal Governo, in pochi giorni affido i lavori per la messa in sicurezza del Bisagno”, ha dichiarato Burlando.

“Questo torrente può essere il primo caso affrontato con un’interpretazione nuova dei contenziosi: il diritto dell’impresa a vedere riconosciuto un appalto non potrà prevalere sul diritto dei cittadini ad avere un’opera necessaria per la sicurezza”, ha continuato il presidente della Regione toccando, così, il punto cruciale da risolvere: come gestire i ricorsi al Tar da parte delle aziende che non si sono aggiudicate l’appalto. Per portare il Bisagno a smaltire 1300 metri cubi al secondo ed evitare altre alluvioni, servono lo scolmatore e il rifacimento della copertura tra la stazione ferroviaria Brignole e la Questura. Per realizzare un’opera del genere sono necessari circa 30 mesi, lo stesso arco di tempo “perso a causa dei contenziosi, senza arrivare neppure a fine giudizio”.

Burlando racconta che, nei giorni seguenti all’insediamento di Matteo Renzi come presidente del Consiglio, si è preoccupato di mettere subito al corrente di questa situazione l’ex sindaco di Firenze: “Lui è informatissimo e forse anche grazie a questo ha inserito nello Sblocca Italia l’articolo. E’ il primo Governo che comincia ad affrontare il problema”. L’elemento che è stato modificato, continua il presidente della Regione, riguarda le responsabilità del commissario riguardo all’assegnazione dei lavori: “se assegno l’opera a una ditta che poi perde il contenzioso – dice – mi assumo una responsabilità personale. Con la nuova norma, invece, la responsabilità è delle istituzioni”. Se passa l’esame del Parlamento, quindi, quando un contenzioso finisce “ci saranno due possibilità: se l’opera è in fase preliminare la fa chi decide il giudice, se è in fase esecutiva continua la ditta incaricata e il mancato vincitore riceve un indennizzo”.

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