Un magistrato vuole vederci più chiaro e così si riapre la vicenda giudiziaria della grande frana di Ripoli, quella creata dai lavori per la Variante di Valico nell’Appennino bolognese. Il giudice per le indagini preliminari di Bologna, Andrea Scarpa ha infatti deciso di non accogliere la richiesta di archiviazione presentata nel luglio 2013 dal pubblico ministero Morena Plazzi. Il gip ha convocato un’udienza con tutte le parti in causa (ufficialmente si tratta solo parti offese, visto che l’indagine era contro ignoti). Il giudice ascolterà quindi gli avvocati delle aziende coinvolte, degli enti pubblici e quelli dei cittadini di Ripoli (si formò anche un comitato). Infine sentirà naturalmente anche la pm che ha condotto le indagini per i reati di frana e delitto colposo di danno. Solo a quel punto deciderà, probabilmente in tempi molto brevi, se chiedere alla procura della Repubblica nuove indagini, oppure se archiviare definitivamente l’inchiesta. La notizia arriva inattesa, visto che nessuna delle parti aveva fatto opposizione alla richiesta e il Gip avrebbe potuto archiviare tutto senza dover rendere conto a nessuna delle parti.

Una storia, quella della frana di Ripoli, iniziata nel 2010 con i lavori per la galleria Val di Sambro. Si tratta di parte della Variante di Valico, una grande opera da almeno 3 miliardi di euro (la più imponente al momento in Italia) in concessione alla società Autostrade per l’Italia, che dal 2015 dovrebbe affiancare l’A1 nel tratto tra Firenze e Bologna. La grande frana Santa Maria Maddalena, risvegliata dagli scavi, sta facendo muovere lentamente il paese. Per questo caso, dopo una lunga inchiesta giudiziaria il sostituto procuratore Morena Plazzi aveva chiesto l’archiviazione. Tuttavia durante le indagini una consulenza tecnica affidata proprio dalla pm a tre esperti, aveva certificato che quella frana era stata risvegliata dai lavori. Con l’arrivo degli scavi il paese aveva iniziato a muoversi improvvisamente da pochi millimetri a decine di centimetri l’anno. La frana di Ripoli inoltre, da tempo ha messo in movimento anche i piloni del viadotto della Autostrada del sole, che passa a monte del paesino e che è gestita dalla stessa società Autostrade.

Ma c’è un dato nuovo che riguarda sempre la vecchia A1: da diversi mesi ha iniziato a muoversi anche un altro pezzo, in zona chiamata Selva, sempre a Ripoli. La concessionaria a gennaio si è messa a monitorare la situazione (come da anni fa a Ripoli e nelle sue case) e così è venuto a galla che i movimenti della vecchia A1 in un punto hanno superato i 10 centimetri negli ultimi 7 mesi, gli inclinometri mostrano in tutto il terreno lì intorno movimenti tra i 6 e gli 8 centimetri da gennaio 2014 a oggi, a una profondità di circa 25 metri nel sottosuolo. Il motivo sono anche in questo caso gli scavi. Più o meno a quell’altezza infatti era caduto nei mesi scorsi il diaframma di una delle due canne della galleria Val di Sambro, che è stata completamente scavata: il fronte di scavo proveniente da Firenze si è incontrato con quello proveniente da Bologna, e presto anche il tunnel restante potrebbe essere terminato.

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