Obbligare i costruttori a equipaggiare i box e gli spazi riservati al parcheggio di ogni nuova abitazione di punti di ricarica per le auto elettriche: è questo l’ambizioso progetto cui sta lavorando il governo dello Stato americano della California, sempre in prima linea sulle nuove tecnologie. Un provvedimento che, a fronte di un aumento di prezzo del box compreso tra i 50 e i 200 dollari, favorirebbe la diffusione delle vetture “green” con risultati positivi non soltanto dal punto di vista ecologico e ambientale, ma anche finanziario.

Insomma, gli Stati Uniti sembrano un passo avanti agli altri, come al solito. Oppure no? In realtà no, almeno in questo caso: anche l’Italia, infatti, ha riservato un’attenzione particolare alla questione, varando una legge (la 134 del 7 agosto 2012, che andava a integrare un testo addirittura del 2001) che stabilisce proprio l’obbligo da parte dei Comuni di adeguare i regolamenti in materia di edilizia e prevedere per “gli edifici di nuova costruzione a uso residenziale e diverso da quello residenziale, con superficie superiore ai 500 metri quadrati, la predisposizione all’allaccio di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli”.

In altre parole, entro il giugno del 2014 i Comuni dovevano dotarsi di un regolamento ad hoc per la costruzione di nuovi palazzi che stabilisse l’obbligo di prevedere spazi per l’alimentazione elettrica delle macchine. Come però spiega a ilfattoquotidiano.it Marco D’Egidio, ingegnere dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), “l’obbligo di adeguarsi c’era, ma pochissimi i Comuni l’hanno fatto”. E sì che in caso di mancato adeguamento e ricorso, il rischio che si corre – almeno in teoria – è serio: “La legge stabilisce che a quel punto possano intervenire le Regioni, anche annullando il progetto (di costruzione di un nuovo edificio, ndr) e ritirando i titoli abilitativi”, dice D’Egidio, “bloccando di fatto la nuova costruzione”.

di Andrea Barsanti

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