Al Teatro Verdi di Pordenone tra Fritz Lang, Sergej Ėjzenštejn e Charlie Chaplin stanno già lucidando le lenti dei proiettori. Da sabato 4 a sabato 11 ottobre 2014 Le Giornate del Cinema Muto tornano a brillare nella città friulana per le migliaia di appassionati da tutto il mondo che ogni anno si danno appuntamento a Pordenone per vedere storici film dell’epoca del muto ritrovati e restaurati dalle migliori cineteche del pianeta.

Non a caso Variety ha posizionato Le Giornate tra i 50 più importanti festival mondiali di cinema e Marco Muller l’ha collocato in tempi non sospetti immediatamente dopo Venezia tra le manifestazioni festivaliere italiane. 33esima edizione, dunque, all’insegna di almeno tre titoli storici del cinema muto come La Corazzata Potemkin, I Nibelunghi e Ben Hur; e innervata da una ventina di titoli legati all’interpretazione della famiglia d’attori dei Barrymore (John, Ethel e Lionel) nonni e papà della piccola Drew star di E.T.

“Quasi tutti conoscono per motivi più o meno ilari il film di Ejzenstejn del 1925”, spiega il presidente del festival Livio Jacob, “che però qui a Pordenone presentiamo in una versione particolare: una copia rarissima con la partitura originale composta dal musicista viennese Edmund Meisel che pareva andata perduta e che invece è stata ritrovata nei dischi originali del 1930, con in aggiunta dei piccoli dialoghi usati in post sincronizzazione per far vivere uno dei film muti più importanti della storia del cinema anche nell’epoca del sonoro”. Nella copia in visione a Pordenone si scopriranno i marinari russi dire qualche parola, anche se in tedesco, e soprattutto si potranno ascoltare i passaggi e le sfumature originali della partitura di Meisel che secondo il teorico del cinema Ejzenstejn “andava oltre la consueta funzione illustrativa delle colonne sonore dell’epoca, producendo una fusione d’immagini musicali e visive”.

I Nibelunghi di Lang del 1924, due parti da due ore abbondanti l’una, spesso proiettate separatamente, formeranno un blocco unico di oltre quattro ore, per rivedere quello nel 1924 era stimato come il film più costoso della storia del cinema e andava a ricostruire pezzo per pezzo un’identità storico-politica di una Germania uscita dalla guerra e dalla rivoluzione Spartachista con la bussola nazionale in mille pezzi, poi aggiustata dal nazismo hitleriano. Capolavoro misconosciuto è il Ben Hur del 1924, diretto da Fred Niblo dopo mille vicissitudini produttive e con una bizzarra ma efficace scelta dell’uso del Technicolor. Il film fu girato senza lesinare in spese dalla Mgm anche in Italia, tra Roma e a Livorno perché sul Tirreno venne ripresa la battaglia tra navi. Se nel ’24 il leggendario Ben-Hur venne interpretato da Ramon Novarro e Charlton Heston aveva appena soffiato la candelina del suo primo anno di vita, fra gli assistenti alla regia figurava già il giovane William Wyler, che oltre trent’anni dopo avrebbe diretto la versione sonora. “Il bilancio della rivoluzione digitale è sostanzialmente positivo anche per chi restaura i film muti”, spiega Jacob, “molti titoli che finivano nel dimenticatoio dopo qualche entusiasmante proiezione ad un festival ora possono arrivare in sala. Certo bisogna che la distribuzione si attrezzi di più e meglio e soprattutto visto che non sappiamo gli effetti della conservazione dei file in digitale, conserviamo sempre qualche copia dei film originali in pellicola nei luoghi e alle temperature giuste”. Le Giornate del Cinema Muto hanno un budget di circa 700mila euro, di cui 450mila derivano da Ministero, Regione e Comune di Pordenone.

Il programma

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