I grandi cambiamenti che hanno contraddistinto l’evoluzione umana hanno sempre avuto dei tempi tecnici di assorbimento e comprensione. La distanza percorsa da Giulio Cesare per arrivare a Parigi richiedeva una traversata ancora tutto sommato simile 1900 anni dopo da Napoleone. Questi tempi si sono accorciati con l’avvento delle diverse rivoluzioni industriali, e infatti dopo poco più di 100 anni si poteva raggiungere Parigi in treno e in tempi molto più contenuti.
Oggi, questo cuscinetto che l’innovazione ha sempre fornito all’umanità si è ridotto a tal punto che riflettere e comprendere i cambiamenti in corso richiede un’attenzione di cui il grande pubblico ancora fatica a rendersi conto.

Possiamo riassumere i cambiamenti nel mondo digitale degli ultimi 20 anni in due concetti principali:

  • È un mondo dove siamo tutti molto più vicini, e quindi tutti molto più in competizione 
  • E’ un mondo dove le chiavi della complessità che ci circonda sono in mano di una cerchia sempre più ristretta di aziende, che si stanno sostituendo agli Stati

Privacy, spionaggio industriale, controllo dei nostri dati da entità non elette e non democratiche, rilevamento di posizione, tutti concetti che gli addetti al settore cominciano a studiare, ma che le persone, gli utilizzatori finali, ancora faticano a comprendere. “Se non paghi per qualcosa, sei tu il prodotto e non il cliente” è una frase tanto comune tra gli esperti di sicurezza informatica quanto esemplare.

Prendiamo Google ad esempio. Una società che ha investito così tanto in marketing che si è costruita una delle reputazioni più solide nella storia del capitalismo. Google è sinonimo di pulito, smart, pratico e veloce. Sinonimo di futuro.

Quello che tuttavia Google ha messo in atto nel corso degli ultimi anni è un’attività sistematica di controllo a fronte dell’offerta di servizi (di altissima qualità peraltro) utilizzati come punto di ingresso per raccogliere i dati degli utenti.

Pensiamo al caso recentissimo di un pedofilo arrestato perché Google ha intercettato la sua posta elettronica su gmail. Un caso raccontato come giusto dai media, perché oggi Google ha dei vertici aziendali di cui “ci fidiamo”. Ma se un domani i vertici, non eletti, e soprattutto non italiani, dovessero diventarci ostili? Le nostre comunicazioni private sarebbe automaticamente in pericolo, e gli Stati non potrebbero fare niente a riguardo.

Leggere le comunicazioni personali è un reato da dittatura, eppure oggi viene visto quasi di buon occhio, perché raccontato sotto l’emotività della pedofilia, che ovviamente oscura quasi tutte le riflessioni conseguenti. Chi è che non è contro la pedofilia? E quindi, brava Google. Eppure non è cosi semplice.

Inauguriamo questa rubrica per raccontarvi qualcosa di più del mondo della tecnologia, di come questa si intreccia nel dna della nostra società e lo modifica in maniera irreversibile. Raccontarvi di come l’Italia può crescere grazie a questi cambiamenti, e di come i cittadini possono essere più liberi, anche scoprendo le minacce che ci circondano.

Non abbiamo la presunzione di darvi le risposte o le soluzioni che il nostro presente ci impone, ma sicuramente vogliamo aprirvi gli scenari grazie ai quali potrete farvi le giuste domande.

GC 

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