Il dibattito tra la flessibilità chiesta dall’Italia e l’esigenza di rigore ribadita dalla Germania ha tenuto banco per tutta l’estate. Posizioni rivelatesi, ancora una volta, di difficile conciliazione. Tanto da spingere molti analisti a ricordare che la nostra reputazione internazionale rimane un problema. Soprattutto per i tedeschi, che non sarebbero disposti “a pagare per i problemi degli altri”. È proprio così? La Germania non ci considera affidabili? Lo abbiamo chiesto ai tedeschi che anche quest’anno si sono riversati a Sirmione, sul lago di Garda, una delle mete preferite dai vacanzieri che scendono dal Nord Europa. “Il principale problema dell’Italia è la corruzione”, risponde la maggior parte. “Ma non credo che le cose cambieranno”, sorride qualcuno. L’Italia piace, e così molte delle caratteristiche tipiche di noi italiani: “Amichevoli, ospitali, allegri”. “Un bel paese per le vacanze, ma per lavorare è meglio la Germania”. Alcuni ci ricordano che dobbiamo fare le riforme, ma ammettono che i tedeschi pronti a darci fiducia non superano il cinquanta per cento. E poi c’è l’evasione fiscale, la criminalità organizzata, e ovviamente Berlusconi. A proposito di reputazione e affidabilità, il Silvio nazionale sembra aver lasciato un ricordo indelebile nei tedeschi, che ancora non si capacitano: “Come fate a votarlo ancora? Da noi non potrebbe mai accadere”. Insomma, di maggiore flessibilità, per ora, non se ne parla. “La Germania è quella che paga di più”, spiegano, dichiarandosi contenti della signora Merkel e convinti europeisti. Tanto che un giovane chiarisce: “Siamo quelli che ci guadagnano di più, per forza che crediamo nell’Unione europea”  di Franz Baraggino e Alessandro Madron

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