“Quella notte arrivò un elicottero sulla nave, ma invece di caricare le persone ferite, con gambe e braccia rotte, era venuto per prendere un oggetto”. Queste le nuove rivelazioni fatte a Mattino Cinque da Domnica Cemortan, la ballerina moldava che era in plancia di comando nella notte del naufragio al Giglio. Prima di queste rivelazioni la donna aveva lanciato una richiesta all’ex capitano della Costa Concordia Francesco Schettino di “dire la verità” su quanto successo la notte del naufragio per il quale l’uomo è oggi sotto processo con le accuse di omicidio colposo plurimo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse,abbandono di nave, omessa comunicazione dell’incidente alle autorità marittime. Del 30 settembre, le dichiarazioni sul settimana Oggi, in cui la ballerina affermava di avere aspettato insieme all’ex capitano e al maitre Ciro Onorato sul ponte 11 l’arrivo di un elicottero che “portasse via tutti e tre. O forse qualcuno di noi”. Oggi intervistata a “Mattino Cinque” Domnica ha raccontato un’altra sfumatura della notte sulla Costa Concordia. La donna è infatti tornata a fare riferimento ad un possibile atterraggio. “Non l’ho visto personalmente, ma sapevo che doveva atterrare perché me l’aveva riferito chi aveva il contatto diretto“. Obiettivo dell’arrivo? “Prelevare un oggetto”. La Cemortan ha raccontato che l’oggetto apparteneva a Schettino ed era contenuto in una scatola. “La Compagnia di navigazione mi ha chiesto più volte se sapevo cosa ci fosse nella scatola e io ho risposto di sì”, ha concluso Domnica senza rivelarne però il contenuto.

L’informatore che ha detto a Domnica dell’oggetto prelevato dalla nave e poi trasportato in elicottero, sempre stando al racconto della ragazza, sarebbe un ufficiale della Costa, collaboratore di Schettino, che lavora ancora in Costa Crociere ed è stato promosso. Quanto al suo ruolo nella ricostruzione della notte del naufragio, Domnica sostiene che nessuno le abbia mai chiesto che cosa avesse visto. “Erano interessati al fatto che sono bionda, moldava, straniera ma nessuno mi ha chiesto se ho visto qualcosa” eppure “sono stata interrogata sei ore”. Il racconto della ballerina continua, poi, sottolineando che “un elicottero è poi atterrato sull’isola del Giglio due ore più tardi” rispetto a quando era stata condotta da Schettino sul ponte 11. 

Secco e lapidario il commento del capitano di fregata Gregorio De Falco: “Un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione”. De Falco la sera del naufragio coordinava la sala operativa della capitaneria di porto di Livorno intervenuta per l’emergenza. Divenuto famoso per la telefonata con il comandante Schettino in cui gli intimò di tornare a bordo della nave Concordia che stava affondando, la scorsa settimana De Falco si è lamentato di essere stato rimosso dal suo incarico. Dopo dieci anni, infatti, il capitano termina l’incarico nel settore operativo e a fine settembre sarà trasferito in altri uffici, sempre della Direzione marittima di Livorno.  

Ribadisce l’infondatezza delle affermazioni di Domnica anche il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio. “Come può essere che un elicottero in volo in piena notte non sia stato né visto né sentito da nessuno sorvolare la Concordia mentre c’erano numerosi mezzi navali per il soccorso?”, commenta il procuratore. “A noi non è mai risultata la presenza al Giglio di elicotteri diversi da quelli impegnati nel soccorso, un velivolo che di nascosto si sarebbe calato sulla nave a prendere un oggetto”.  Poi Verusio ironizza: “E addirittura per non farci mancare niente, usando un elicottero che non è stato visto da nessuno, sarebbe stato portato via dalla nave un oggetto, un pacco: e magari, saremmo curiosi di sapere, con che all’interno?”.

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