Roma è diventata una mela avvelenata, meravigliosa e tossica. La sua grande ‘Grande Bellezza’ sfigurata dalle erbacce, infestata, appestata, devastata dalla ‘monnezza’, dai governi della città degli ultimi anni e dall’ignoranza dei romani.

Dalle notti degli Oscar alle notti sempre più nere delle periferie, dal lancio atteso decenni di nuove metropolitane al lancio di sassi contro il 508 sulla linea di Corcolle. I marciapiedi oggi sono talmente pieni di erbacce – anche in zone ‘bene’ come quelle dell’Eur – che quasi non si ci può camminare. I parchi storici in abbandono, cadenti, infestati, da Villa Giulia a Villa Torlonia a Villa Carpegna, per non parlare dei tanti piccoli e potenzialmente deliziosi ‘parchi urbani’ delle periferie. Per fare un raffronto, chi dei lettori è mai stato in quel paradiso terrestre che è Regent Park a Londra?

Come in un film surrealista alla Buñuel, una sinistra chic pedala sorridente e senza fretta tra le proprie rovine.

E’ giusto e possibile che ‘il volontariato’ o l’impresa sociale mettano una pezza…a tanta monnezza? Cosa dovremmo fare?

Per decenni il ‘terzo settore’ sociale ha tenuto in piedi la manutenzione delle strade e del verde mediante la cooperazione sociale, per un welfare straccione in ‘outsorcing’, pulito monumenti e parchi nelle città con iniziative innovative come quella di ‘Cleanap’ a Napoli (post: Facciamo ‘piazza pulita’: da Napoli all’Europa, tra sogni e ‘monnezza’.), fatta educazione nelle scuole con il coinvolgimento dei bambini nella gestione dei beni comuni, come Cittadinanza Attiva.

Inventato condomini solidali e ‘social street’ per uscire di casa e condividere opportunità, scambi, baratti, Gruppi di Acquisto solidali.

Ma mi chiedo anche noi per chi e cosa paghiamo le tasse? Per quegli spazzini che  fanno il loro lavoro senza impegno perché comunque certi del posto? Per questa gente e per queste istituzioni dobbiamo – al solito- fare noi e ancora noi i tappabuchi?

Cercare ‘soluzioni innovative’ al degrado vomitato a getto continuo da altri, mi sembra un passare dall’essere ‘utili idioti’ (tappabuchi) a ‘Idioti innovativi’.

I ‘progetti’, sociali -innovativi o meno che siano- non bastano più. E’ condannato a morire quel non profit opportunista e tappabuchi che non fa battaglie anche ‘politiche’ per paura di inimicarsi le amministrazioni da cui (sempre meno) dipende.

Dopo l’indignazione, dobbiamo tapparci il naso e controllare il territorio. Avviare campagne, insegnare ai ragazzi come imporre pacificamente e costruttivamente i propri diritti, con chi prendersela e cosa fare quando gli autobus non passano e loro si inzuppano sotto la pioggia mentre i genitori sono impotenti perché imbottigliati nel traffico.

Ma soprattutto a pensare – e combattere per i propri diritti- in grande: come difendersi e comportarsi con l’economia, con le banche, con la finanza. Come gestire tutta questa ‘monnezza’ tangibile ed intangibile, che in parte creiamo noi stessi con la nostra ignoranza e inciviltà, in parte ci arriva addosso da ogni dove. Senza sassate ma con azioni mirate: lavorare con le amministrazioni ma quando serve denunciarle, scoraggiare gli amministratori inefficienti.

Ho collaborato per anni per con Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane, per un’Italia di qualità, litigando con cinici e disfattisti. Collaboro con Forum Pa, quanto di meglio si sta elaborando in Italia per il rinnovo della Pa. In questo momento, confesso, non sono molto ‘smart’ ne ‘socialmente innovativo’ e neppure molto sociale. Sono molto incazzato.

Il futuro di Roma? Sembra sia Londra, Madrid, Berlino…Ragazzi, fate bene ad andare, siete sempre in tempo a tornare consapevoli di cosa voglia dire essere un cittadino civile in un paese civile.

Ma se rimanete…l’unico antidoto all’avvelenamento è combattere per i diritti: vostri e degli altri. Il non profit, quello che vuole cambiare il mondo e non solo rattopparlo, vi aspetta.

P.s: Ho idea di fondare un’associazione, ‘Fights for Rights’- se trovo abbastanza interesse e partecipazione tra avvocati, insegnati, manager e giovani, e lavorare con le scuole superiori e le università, spiegare diritti ed economia, non profit ed innovazione. Se vi interessa, scrivetemi.

———————————————————————————————————————————————–

Graditi ed utili i vostri commenti!

Per iscriversi alla Newsletter. Per scrivermi: m.crescenzi@asvi.it – con riferimento a “Fights for Rights’” (e attendete con pazienza la risposta)

Per approfondire in modi specialistici i temi del non profit puoi vedere ‘blog4change’ di Asvi, Lavorare nel non profit su www.asvi.it

Articolo Precedente

Verona, il cimitero verticale è un crimine contro il buon senso

next
Articolo Successivo

Renzi e l’eroismo al giorno d’oggi: ‘Lupus lupo homo’

next