Due lettere in cui la Commissione Ue formalizza le accuse e le spiega per filo e per segno. Lussemburgo e Irlanda avrebbero favorito Fiat e Apple con presunti “aiuti di Stato” e sono finite nel mirino dell’Antitrust Ue. L’inchiesta “è tuttora in corso, nessuna decisione nel merito è stata ancora presa”, ha fatto sapere ieri il portavoce del commissario alla concorrenza Joaqui Almunia, in merito alla procedura che riguarda il Lingotto, ma oggi è stata pubblicata la versione formale della decisione di aprire l’inchiesta che era stata annunciata a giugno. Per ora “non ci sono multe, spieghiamo con più dettagli perché l’antitrust ha aperto l’indagine”, ha detto ancora il portavoce di Almunia. La multa arriverebbe nel caso in cui venisse confermata la violazione e consisterebbe nel recupero dei presunti aiuti di Stato. Un’analoga procedura riguarda gli accordi stretti dal colosso alimentare Starbucks con il governo olandese.

Lo scopo dell’inchiesta è quello di verificare se le norme fiscali ad hoc applicate ad alcune multinazionali rispettano le normative Ue che proteggono la concorrenza e il mercato unico. Nella lettera riguardante la vicenda Fiat, l’Antitrust ravvisa un “accordo preliminare sui prezzi” tra le autorità fiscali del Lussemburgo e “Fiat Finance and Trade“, la società controllata da Fiat che si occupa dei servizi di tesoreria del gruppo torinese in Europa. La Commissione chiede di fare luce su gli accordi relativi al cosiddetto “transfer pricing”, ovvero verificare se le transazioni commerciali all’interno del gruppo siano state effettuate rispettando il principio di libera concorrenza. Bruxelles accusa le autorità lussemburghesi di non aver mai fornito i chiarimenti richiesti sulla natura degli accordi raggiunti con l’azienda italiana, opponendo come principale motivazione la tutela della privacy. Tra le informazoni mai fornite anche l’effettiva corrispondenza tra l’acronimo FFT con il nome della società “Fiat Finance and Trade”. “Allo stato attuale la Commissione non dispone di alcun elemento che indichi che la misura potrebbe essere considerata compatibile con il mercato interno”, conclude la Commissione.

L’Irlanda, da parte sua, deve fornire delucidazioni sugli accordi fiscali raggiunti con la Mela nel 1991 e nel 2007. Almunia, si legge nella lettera al capitolo “Decisioni”, non ha dubbi: “Il parere preliminare della Commissione è che le tax ruling del 1991 e del 2007 a ​​favore del gruppo Apple costituiscano aiuti di Stato“. La Commissione chiede inoltre chiarimenti sull’intera situazione finanziaria di Apple sales international e Apple operation Europe, le due società di Cupertino che agiscono in Irlanda, il numero dei dipendenti e anche maggiori informazioni sul passivo della prima società.

La prossima tappa della vicenda sarà la pubblicazione della lettera in Gazzetta ufficiale, che avverrà non prima di alcune settimane. Da allora le parti in causa avranno un mese per dare le risposte alle contestazioni dell’Antitrust. La palla tornerà quindi alla Commissione, che esaminerà le risposte e prenderà la decisione finale: se constaterà la violazione delle norme potrà chiedere agli Stati di recuperarli dalle due aziende, il che si tradurrà in una maxi-multa.

Ha collaborato Luigi Ferro

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