Quattro giorni: tanto è durata l’apertura della prima moschea esplicitamente pronta ad accogliere gay in Africa. Non si era ancora spenta l’eco della novità, che le autorità l’hanno fatta chiudere. E’ accaduto tutto in pochi giorni. Venerdì 19 settembre a Cape Town, Sudafrica, inaugura una nuova moschea, la Wynberg Open Mosque, la cui mission dichiarata è la parità di genere e l’uguaglianza. Accesso libero per tutti, uomini e donne, a prescindere dal loro orientamento sessuale, e trattamento alla pari per donne e cristiani.

All’inaugurazione, presenti più giornalisti che fedeli, e nessun incidente, nonostante la minaccia di manifestazioni ostili. Le forze dell’ordine presidiavano l’edificio e i pochi contestatori all’esterno (tutti uomini con abiti religiosi) si sono limitati a esporre qualche cartello con scritte del tipo “Andrete all’inferno” e a tentare di impedire l’accesso per la preghiera inaugurale. Uno dei fedeli è passato a suon di spintoni: “Il Sudafrica ha una grande costituzione. Per cosa avete combattuto l’apartheid? Non per questo schifo!”, ha gridato, prima di infilarsi tra le porte che si chiudevano. I contestatori si sono spostati, continuando ad esprimere tutto il loro biasimo ai tanti cronisti sul posto: “Se io morissi adesso, cosa accadrebbe ai miei figli? Frequenterebbero una moschea come questa? Non fintanto che sono vivo! Noi non siamo radicali, abbiamo praticato in pace la nostra religione a Cape Town per 300 anni”. E mentre le lamentale continuavano fuori, dentro si cominciava la preghiera, aperta a ogni gruppo islamico, ai non islamici e alle donne, che col capo velato cautamente prendevano posto sulle sedie o sui tappeti, non separate da muri o divisori.

Il piccolo locale divenuto la “Moschea aperta”, un ex magazzino, è stato fondato da Taj Hargey, sudafricano di nascita ma direttore del Centro d’educazione musulmana di Oxford e non nuovo a posizioni eclatanti, come quando in Gran Bretagna aveva lanciato una campagna per bandire il burqa. Nella sua prima predica nella nuova moschea, il teologo ha condannato la tensione crescente tra cristiani e musulmani, attribuendola alla “teologia perversa” di paesi come l’Arabia Saudita o il Pakistan, che forniscono il terreno ai fanatici di Isis e Boko Haram. “Da quando ho annunciato il mio progetto – ha più tardi spiegato ai giornalisti – sono stato oggetto di minacce sia fisiche che psicologiche. Mi hanno minacciato di castrarmi, decapitarmi, di appendermi per i piedi. Ma il Sudafrica ha la costituzione più liberale del mondo e questi individui non hanno potuto impedirci di aprire”.

Dove non sono arrivati gli integralisti, è arrivata però la burocrazia: dopo soli quattro giorni, la “Moschea aperta” ha ricevuto un’ingiunzione dal Consiglio comunale che ne impone la chiusura a tempo indeterminato “per mancanza di parcheggi“, cui si aggiungerebbe la mancata autorizzazione al cambio di destinazione d’uso dello stabile, che secondo le autorità comunali non sarebbe stato chiesto. Ufficialmente, una questione di sicurezza. Ma qualcuno parla di caccia alle streghe. E Hargey aggiunge, in un’intervista alla Bbc: “Il Consiglio comunale sta cercando di chiudere la moschea con regolamenti ridicoli e non mi lascerò spaventare da loro né da nessun altro. In questo paese abbiamo libertà di religione e di espressione. Nessuno ha il diritto di dire a qualcun altro in cosa credere. Questa è una moschea autonoma, indipendente e basata sull’uguaglianza di genere. E tale rimarrà. È pura intimidazione. Di cosa hanno paura? Perché sanno che se questa moschea avrà successo, il loro monopolio teologico sarà finito. Questa non è una moschea per gay, ma io non allontanerò nessuno basandomi sulla razza o sull’orientamento sessuale. Noi ci basiamo sulla moschea originale di Medina, con una sola porta da cui entrano insieme uomini e donne per pregare. Voglio che mia madre, mia moglie, mia figlia possano pregare al mio fianco, non che siano cittadine di seconda classe. Pregano insieme durante il pellegrinaggio alla Mecca, perché non dovrebbero poter pregare insieme nelle moschee del mondo?”.  In Sudafrica la popolazione è per lo più cristiana, appartenente a varie chiese e culti, mentre alla minoranza musulmana (attorno all’1%) appartengono per lo più i sudafricani di origine indiana.

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