Il messaggio è rivolto direttamente al governo di Matteo Renzi: “Bisogna rinnovare la legge 148, che restituisce ai Comuni il denaro recuperato dalla lotta all’evasione fiscale, ormai in scadenza”. Parte da Formigine, in provincia di Modena, ma riguarda tutta l’Italia, l’appello del sindaco democratico Maria Costi, primo cittadino di una delle realtà più virtuose d’Italia in termini di lotta all’evasione. Una città con poco più di 34.000 abitanti nel cuore del distretto ceramico emiliano romagnolo, che però nel 2012 è riuscita a classificarsi al terzo posto, dopo Milano e Bergamo, e prima di Genova e Bologna, tra i Comuni italiani per le risorse recuperate dal contrasto alla frode tributaria. Più di 858.000 euro provenienti da 500 segnalazioni, circa 24 euro ad abitante (contro i 0,79 euro pro capite riscattati da Milano, ad esempio). “Questi risultati – spiega Costi – li abbiamo ottenuti investendo nella lotta alla frode fiscale professionalità e competenze, vagliando i documenti in nostro possesso e segnalando i casi sospetti. In questo modo abbiamo individuato anche evasori totali, il che ci ha permesso di recuperare la maggior parte di quell’importo, che poi abbiamo reinvestito per la collettività, come un fondo per le famiglie in difficoltà. Oggi però la legge che restituisce ai Comuni il denaro recuperato grazie alle loro segnalazioni è in scadenza, è va rinnovata: è giusto che quelle risorse vadano ai cittadini”.

Attualmente, infatti, la legge 248 del 2005, “Misure di contrasto all’evasione fiscale”, al fine di potenziare il contrasto alla frode tributaria coinvolgendo maggiormente gli enti locali, prevede l’attribuzione ai Comuni di una “quota di partecipazione all’accertamento fiscale” pari al 30% delle somme riscosse, che poi, tramite la legge 148 del 2011, è stata innalzata al 100% per il triennio 2012 – 2014. Un incentivo a vigilare per le singole amministrazioni, che in tempo di tagli e patto di stabilità hanno la possibilità di recuperare il denaro proveniente dalla lotta alla frode fiscale per reinvestirlo. Ma quella disposizione è in scadenza al 31 dicembre di quest’anno e del rinnovo, ad oggi, a Roma non si è ancora parlato.

“La legge costituisce uno strumento importante – spiega Costi – perché avvicina i Comuni, che conoscono il territorio, all’ente nazionale di controllo, cioè l’Agenzia delle Entrate, in un sistema virtuoso che vuole favorire la legalità, un valore per tutti”. Il che, precisa il sindaco, “non significa che noi amministratori siamo controllori, o che incoraggiamo un atteggiamento persecutorio: la normativa tende a favorire l’individuazione di gravi violazioni, o addirittura realtà economiche totalmente sconosciute al fisco”. In pratica funziona così: quando il Comune, dai documenti circostanziati in suo possesso, riscontra irregolarità, le segnala per via telematica all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza, che valutano caso per caso se approfondire con accertamenti o meno. “Quindi non parliamo di scontrini che mancano o d’indicazioni anonime – precisa Costi, che di ‘sindaco controllore’ non vuol sentir parlare – ma solo di fatti documentati puntualmente”. Le cosiddette segnalazioni qualificate, “intendendosi per tali – spiega l’Agenzia delle Entrate – le posizioni soggettive in relazione alle quali sono rilevati e segnalati atti, fatti e negozi che evidenziano, senza ulteriori elaborazioni logiche, comportamenti evasivi ed elusivi”.

Da qui anche la ragione per cui Formigine si è guadagnata il terzo posto nella classifica nazionale delle città che hanno recuperato più risorse dalla lotta all’evasione fiscale: “Abbiamo scoperto qualche caso di proprietari di beni di lusso che dichiaravano importi irrisori”, spiega il sindaco. “Io credo che sopra una certa percentuale le imposte diventino ingiuste nei confronti di chi lavora, e che, dal momento che siamo in Europa, occorra allinearsi agli standard internazionali in materia di tributi – continua Costi – ma quando un’azienda, per esempio, evade le tasse, concorre slealmente contro gli imprenditori onesti e questo non è giusto”.

I dati relativi agli importi effettivamente recuperati nel 2013 non sono ancora stati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, e tuttavia in base alle indagini della Guardia di Finanza l’evasione fiscale italiana dell’anno scorso ha sfiorato i 60 miliardi di euro. Per questo, prosegue Costi, “la legge 148 va rinnovata: spesso è anche nell’irregolarità fiscale che si annida l’illegalità più pericolosa per ogni territorio, cioè quella mafiosa”. Tuttavia, precisa il sindaco di Formigine, servirebbe qualche modifica: Ad esempio, regione per regione le singole Agenzie territoriali non sempre inseriscono tra i propri obiettivi quello di dare la precedenza alle segnalazioni che provengono dai Comuni, il che rallenta le indagini. “Poi l’Agenzia deve essere più partecipe nel monitoraggio del territorio, e legislazione fiscale è ancora troppo tortuosa, va aggiornata. Essere in Europa – conclude Costi – non significa solo condividere con altri paesi la moneta, ma anche le buone prassi”.

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