Nessun legame tra lo spiaggiamento dei sette capodogli e i rilievi geofisici detti air gun. E’ quanto afferma Assomineraria, l’Associazione Italiana per l’Industria Mineraria e Petrolifera, che spiega: “Sono anni che nell’Adriatico italiano non vengono effettuati rilievi geofisici di sismica a riflessione, i cosiddetti “air gun“.
E aggiunge: “Sarebbe bastata questa banale verifica per escludere qualsiasi correlazione tra tali attività e lo spiaggiamento dei capodogli a Vasto”. I tentativi di correlare lo spiaggiamento alle attività di ricerca di idrocarburi in Adriatico, che in oltre 40 anni non hanno mai determinato alcuna problematica ambientale, sono privi di qualsiasi fondamento”.

Aggiunge l’Associazione: “a livello internazionale non vi è alcuna evidenza scientifica sulla correlazione tra tali attività e fenomeni di disorientamento dei cetacei. L’attività di ricerca e produzione di idrocarburi in Adriatico fornisce un contributo sostanziale all’indipendenza energetica dell’Italia, contribuisce all’occupazione e allo sviluppo economico del Paese, e viene operata con grande attenzione alla protezione dell’ambiente e della sicurezza”. 

“L’ultimo rilievo di questo tipo, nel mare croato, è stato completato nel gennaio 2014 in preparazione del bando di gara che il governo della Croazia ha annunciato lo scorso aprile per assegnare aree per la ricerca petrolifera a mare. Altre acquisizioni sismiche sono state effettuate da Grecia e Malta agli inizi dell’anno in corso”.

La risposta dell’Associazione arriva poche ore dopo la dichiarazione di Legambiente che ha richiesto all’Unione europea di istituire Mare Adriatico “bene comune”, con l’istituzione dell’”Area Adriatica”, per dare “un quadro di certezza e rafforzare le norme sugli interventi necessari per la tutela e la valorizzazione di questa grande risorsa”.

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