Ergastolo per gli omosessuali, peggio se “recidivi” o malati di Aids. L’Assemblea Nazionale del Gambia ha approvato una legge che prevede il carcere a vita per “il reato di omosessualità”. È stato fatto sapere dai funzionari del Paese lunedì 9 settembre, nonostante il disegno di legge – che modificherebbe il codice penale – sia stato approvato in sordina ad agosto. Una svolta che non potrà che peggiorare la situazione della minoranza gay del Paese. “La legge prevede l’ergastolo per quella che è definita  ‘omosessualità aggravata‘ – fa sapere il leader della comunità omosessuale gambese Samba Jallow all’agenzia Associated Press – ovvero coloro che ripetono il presunto crimine in forma recidiva, oppure le persone che hanno contratto l’Hiv, considerato un aggravante all’essere gay”. 

Una legge che inasprirebbe le pene per l’omosessualità in Gambia, dove chi è gay rischia attualmente di essere punito con 14 anni di carcere. Già nove anni fa, un ulteriore aggravante alla norma aveva visto estendere il reato anche alle donne. Il nuovo disegno di legge ora attende l’approvazione da parte del presidente Yahya Jammeh, un sovrano autocratico che nel 2008 ha chiesto a gay e lesbiche di lasciare il Paese se non volevano vedere le loro teste tagliate. “Combatteremo queste animale infestante chiamati omosessuali nello stesso modo in cui stiamo combattendo le zanzare portatrici di malaria”, ha detto il presidente parlando alla televisione di stato a febbraio. Jammeh, salito al potere con un colpo di stato 1994, non ha però ancora commentato il disegno di legge. Nessun dettaglio sul progetto neppure da parte dell’Assemblea Nazionale, ma una bozza vista dall‘Associated Press sembra contenere un linguaggio “uguale a quello utilizzato nella legge anti gay siglata in Uganda a febbraio di questo anno”, fa sapere l’agenzia. 

Tra “le aggravanti” che possono portare un gay a ricevere la pena del carcere a vita, oltre all’essere “recidivo” e ad avere contratto il virus dell’Aids, anche avere rapporti omosessuali con minorenni, disabili o persone drogate. Una pena che sarebbe applicata anche nei casi di incesto. In Uganda la legge anti gay, che aveva visto una grossa condanna internazionale, è stata revocata lo scorso mese dalla Corte Costituzionale del Paese, che ha dichiarato la norma illegale perché approvata durante una sessione parlamentare che non aveva raggiunto il quorum. Human Rights Watch ha riferito a maggio che in pochi mesi la normativa aveva innescato “un aumento delle violazioni dei diritti umani”, tra cui arresti e abusi da parte della polizia.

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