Ultima chiamata per salvare 262 posti di lavoro. A rischiare la chiusura è la sede di Palermo della società di call center Accenture Outsourcing, che fa capo all’omonima azienda di consulenza. I dipendenti rischiano di perdere il posto a partire dall’1 novembre, giorno in cui decadrà il contratto con British Telecom, di fatto l’unico committente dell’azienda. Per scongiurare questo scenario il 12 settembre al ministero dello Sviluppo economico è previsto un tavolo tra le due società, i sindacati e le istituzioni. “Ad oggi non sono ancora partite le procedure di mobilità”, spiega Giuseppe Giallanza della Rsu Slc Cgil. “Ma Accenture Outsourcing ha già annunciato che le avvierà in mancanza di un accordo”. Per salvare il proprio lavoro, dunque, i dipendenti hanno deciso di organizzare una campagna sui social network, lanciando l’hashtag #262acasa. “La nostra iniziativa ha avuto inizio poco prima dell’ultimo sciopero, lo scorso 8 agosto”, racconta Vanessa Riina, lavoratrice di Accenture Outsourcing. “Abbiamo iniziato a twittare un po’ a tutti i vip chiedendo di supportare la nostra causa”.

E la risposta è stata immediata e massiccia. Decine di personaggi famosi si sono fotografati mentre mostravano un cartello con la scritta #262acasa e hanno postato lo scatto sui social network. La solidarietà ai dipendenti Accenture ha unito sport e televisione, giornalismo e spettacolo. Hanno partecipato all’iniziativa cantanti come Elio e le Storie Tese, Emis Killa, Fausto Leali, e atleti come Federica Pellegrini, Tania Cagnotto e Mirko Bergamasco. Tanti i volti del piccolo schermo, da Antonella Clerici a Barbara D’Urso, da Paola Saluzzi a Giorgio Panariello. E non mancano i politici, come il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, e i giornalisti, come Lirio Abbate, Luisella Costamagna, Clemente Mimun e Francesco Giorgino.

La mobilitazione del web è solo l’ultima carta che i lavoratori hanno deciso di giocare dopo mesi di incertezza sul loro futuro. La doccia fredda è arrivata a gennaio: British Telecom, la compagnia di telecomunicazioni che rappresenta l’unica commessa di Accenture, ha deciso di recedere dal contratto a partire dal 1 ottobre 2014. Fino a pochi anni fa, peraltro, i 262 operatori lavoravano proprio per British Telecom, che nel 2005 ha venduto il ramo d’azienda ad Accenture Outsourcing, diventandone cliente. Da gennaio, le due società si sono incontrate più volte per trovare una soluzione. Ma l’unico risultato è stato quello di posticipare di un mese la data del recesso, dall’1 ottobre all’1 novembre. L’ultimo tentativo è stato lo scorso 22 luglio, al ministero dello Sviluppo economico, ma si è risolto in un nulla di fatto. I sindacati hanno proclamato così uno sciopero e, in una nota congiunta, hanno puntato il dito contro i dirigenti delle due società: “È impensabile che un sito produttivo come quello di Accenture Palermo rischi di chiudere, non per mancanza di lavoro ma per le irresponsabilità manageriali di alcune grandi multinazionali”.

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