A Napoli si dovrebbero fare dei rastrellamenti in certi quartieri. Sono zone di camorra, c’è una cultura camorrista diffusa a livello popolare. Ci vorrebbe uno come Cesare Mori, è il minimo necessario“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24, dall’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio a proposito del caso di Davide Bifolco, il ragazzo diciassettenne ucciso con un colpo d’arma da fuoco da un carabiniere a Napoli. “Cosa richiedo per questa città?” – continua – “La mia richiesta è un po’ khomeinista. Non dico che bisognerebbe tagliare le mani e i piedi, però certamente non mi appecorono al buonismo nazionale e non nascondo il mio disgusto per le manifestazioni indecorose delle mamme ‘urlazzanti’ nel rione Traiano, che andrebbe chiamato rione Vergogna. Erano tre teppisti: teppisti erano e teppisti rimangono con tutto il rispetto che si deve avere per uno che è morto”. E aggiunge: “Ha ragione chi ha scritto su “Libero” che tutta la città è da condannare, cioè il responsabile di questa morte è Napoli. Una certa Napoli, mica tutta. L’assalto popolare alle gazzelle dei carabinieri e alle macchine della polizia che arrestano uno spacciatore sono la cartolina di una certa Italia di cui Renzi il gelataio non parla mai“. L’esponente del Carroccio poi rincara: “ Una volta venivamo visti nel mondo come mandolinisti, adesso il volto dell’Italia è quello delle mamme ‘urlazzanti’ del rione Traiano, che rivendicano il diritto di fare il cazzo che si vuole, di girare in moto senza casco, di non obbedire all’alt dei carabinieri, di spacciare tranquillamente. Io” – conclude – “sono sulle posizioni della figlia di uno dei marò (Giulia Latorre, ndr): questa Italia è un’Italia di merdadi Gisella Ruccia

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