Del cibo che si acquista d’ora in avanti non si butterà più via niente. Nasce finalmente a Bologna il sito web per il foodsharing e contro lo spreco alimentare. Si chiama “Scambia cibo”, ora ancora in versione beta, ma pronto ad allargarsi a macchia d’olio partendo da Bologna per poi toccare il resto d’Italia. La presentazione ufficiale è avvenuta durante il Sana, la fiera del biologico e del naturale in corso proprio a Bologna, con la collaborazione di Coop Adriatica e perfino il battezzo del ministro dell’ambiente Gianluca Galletti. In pratica chiunque può già in questo istante collegarsi sul sito, inserire i propri dati, la propria geo-localizzazione e appena c’è del cibo che presumibilmente andrà a male fargli una foto, scrivere due righe e lanciarlo in rete: “Poniamo che io stia partendo e che per una settimana non sarò a casa”, spiega Ilaria Venturelli, che con un gruppo di professionisti ha inventato la start-up antispreco, “Vedo che nel frigo mi sono rimaste delle zucchine. Invece di buttarle nel pattume, le fotografo, indico la scadenza e il luogo dove trovarle. Poi dentro al sito vedo che qualcuno sta scrivendo che mette a disposizione una zuppa di legumi. Penso che quando tornerò vorrò mangiare quella, così scarico le informazioni e la prendo”.

S-cambiocibo.it implica anche una parte finale più fisica, con lo scambio che avviene materialmente a casa di uno dei due partecipanti, o in un luogo terzo che può essere adibito a deposito/magazzino: “Il progetto per funzionare prevede una vicinanza fisica o un luogo dove mettere il cibo che si scambia”, continua Venturelli, “la piattaforma è comunque uno strumento che pur partendo dal web, facilita il contatto umano: si potenziano le reti del vicinato come nelle social street e si risparmiano soldi per gli acquisti”. I dati per l’Italia parlano chiaro: sono 146 i chilogrammi di cibo gettato ogni anno, in media, da ogni italiano, con un calcolo approssimativo di un terzo del cibo presente tra le mura domestiche che poi finisce nei bidoni dell’immondizia.

L’esperienza di S-cambiacibo.it si ispira all’esperienza tedesca di foodsharing.de che in pochi anni ha ottenuto successi stratosferici in termini di consenso e passaggio effettivo di cibo di mano in mano: “Siamo stati i primi al mondo a farlo partendo da Colonia”, racconta Valentin Thurn in collegamento via Skype dalla Germania, “in un anno abbiamo ottenuto un milione di visitatori e abbiamo salvato 350mila kg di alimenti. Siamo diventati un servizio sociale indispensabile anche per chi non possiede un accesso ad Internet con la creazione, dopo aver studiato attentamente le norme giuridiche in materia di scadenza del cibo fresco, di luoghi precisi dove trovare il cibo scambiato fornito da grandi sistemi di distribuzione alimentare”. “L’iniziativa è utilissima, ma se non rivediamo in modo radicale i consumi alimentari non cambierà nulla”, chiosa Roberto Sensi di Action Aid Italia, “va diminuito il consumo di carne perché gli allevamenti intensivi sprecano risorse alimentari e naturali in modo sproporzionato; va ridotto il consumo di benzina per il trasporto del cibo; infine gli enti locali si devono dare da fare per ridurre gli sprechi di cibo nei luoghi pubblici”. Per ora S-Cambia cibo funzionerà come piattaforma per la città di Bologna. Le prossime città che hanno chiesto di essere coinvolte sono Sondrio, Pistoia e Firenze. “Meno spreco di cibo significa oltretutto meno rifiuti e in termini elettorali da politico posso dirvi che questo crea anche molti consensi”, scherza il ministro dell’ambiente Galletti, “Io iscrivermi al sito? Lo faccio anche, ma in casa mia con 4 figli non si butta via niente, anzi con la loro conoscenza ecologista a correggermi quando sbaglio a fare la raccolta differenziata”.

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