Dal produttore al consumatore, attraverso Amazon. L’azienda di Jeff Bezos, più volte criticata per politiche commerciali aggressive, fa tante cose ed è provider di molti prodotti ma ancora fino ad oggi non si era mai plasmata in vetrina di prodotti alimentari. Adesso è successo: a trasformarla in un “Amazon del made in Italy” ci ha pensato proprio un italiano, Lucio Miranda, fondatore di ExportUsa. L’iniziativa ideata dalla sua azienda si chiama Taste It. Di cosa si tratta? In pratica del “supermercato della qualità italiana” più grande e disponibile al mondo.

Taste It ha già quasi cento milioni di clienti ed è aperto h24. Il tutto parte da un’intuizione semplice: a causa dei disciplinari di prodotto stringenti, molti alimenti tipici di alta qualità non riuscirebbero a valicare i nostri confini. Ma a volte ci sono delle remore da parte dei produttori anche solo a tentare l’export del proprio prodotto: il fardello procedurale e gli ostacoli della burocrazia, senza soprattutto aver poi un canale distributivo adatto, frenano il potenziale esportatore sull’uscio di casa. Così Taste It (che significa “assaggialo”) funziona da filtro: l’imprenditore invia il suo prodotto, ExportUsa valuta la qualità e se il giudizio è positivo, l’articolo sbarca prima su Amazon e poi sulle tavole dei potenziali clienti.

La piattaforma di vendita più nota al mondo mette nella sua vetrina digitale il prodotto alimentare ed è come se lo esponesse, considerando il solo mercato nordamericano, davanti a 80 milioni di consumatori, che ogni giorno spendono mediamente 45 dollari. Utili magari a comprare due confezioni di ‘nduja calabrese, una bottiglia di olio extravergine di un frantoio maremmano e una salsa al sapore di tartufo di Alba. Un’iniziativa sicuramente lodevole per quanto riguarda la lotta all’ “italian sounding”, l’annoso problema dei nostri prodotti italiani che vengono replicati all’estero e spacciati per nostrani.

In questa maniera, se un consumatore cerca la qualità italiana, ha un canale privilegiato con i produttori aderenti a Taste It. Con vantaggi economici per questi ultimi: secondo i dati di ExportUsa si tratta di circa il 40% di ricavi in più nella vendita per chi altrimenti dovrebbe sobbarcarsi spese logistiche, burocratiche e seguenti per esporre la propria leccornia in un negozio di New York o Los Angeles. E sempre secondo l’azienda il risparmio è anche per il cliente: circa il 20% di spesa in meno per chi sceglie un prodotto tipico italiano attraverso Taste It, rispetto a quanto pagherebbe per avere un prodotto simile e riceverlo dall’Italia senza intermediari. Insomma, un’iniziativa imprenditoriale da tenere sott’occhio: specie dai buongustai d’oltreoceano.

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