Uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 11 settembre, Sex tape – Finiti in Rete, un film nel quale Cameron Diaz e Jason Segel interpretano una coppia che per rivitalizzare il matrimonio decide di riprendersi tra le lenzuola con un iPad, salvo scoprire – non appena maturata la decisione di cancellare il sex tape – che il video è finito sul Cloud alla mercé di decine di amici e parenti.

Chiunque, negli ultimi giorni, abbia letto o seguito in tv della vicenda delle decine di star hollywoodiane le cui immagini sexy sono diventate – sembrerebbe a seguito di un attacco al servizio iCloud di Apple – di pubblico dominio non può, davanti al trailer dell’ultimo film di Cameron Diaz, non può non rimanere senza parole: sembra quasi che la vicenda abbia ispirato l’autore del film.

“E’ salito, è andato a finire nel Cloud”,dice Segel alla Diaz cercando di spiegarle la sorte del loro video a luci rosse.
“E non c’è modo di tirarlo giù dal Cloud?”, gli chiede la Diaz, sentendosi rispondere: “Nessuno sa cos’è il Cloud! E’ un “beep” di mistero!”.

Un dialogo che, probabilmente, si sarà ripetuto tale e quale, decine di volte, nelle ultime ore tra le varie coppie del jet set americano e tra le starlette di Hollywood ed i loro agenti.

L’associazione tra la cronaca rimbalzata da Hollywood nei giorni scorsi ed il film che, proprio da Hollywood sta per sbarcare nelle nostre sale sembra fatta apposta per dar lavoro a complottisti ed amanti del gossip. Gli ingredienti ci sono tutti. Una storia vera ed una di fantasia, maledettamente simili.

Un film prodotto dalla Sony, nel quale, complice anche quanto appena successo, si finisce con il proiettare un cono d’ombra e di inquietante insicurezza – sebbene condito di risate e buon umore – sulla concorrente Apple. Non manca davvero niente.

Chissà se la realtà ha davvero superato l’immaginazione?

E’, però, fuor di dubbio che film e realtà hanno una morale che dobbiamo far nostra in fretta specie in un Paese di analfabeti digitali come l’Italia: le tecnologie – nuvole comprese – sono una cosa straordinaria, ma c’è bisogno di consapevolezza ed educazione al loro utilizzo.

E’ un compito che tocca alla famiglia prima, alla scuola poi e, naturalmente, allo Stato sempre. Meno divieti, meno “terrorismo” sui pericoli che si nascondono in Rete e più educazione ad un utilizzo consapevole di tutti i nuovi strumenti, compagni di viaggio della nostra esistenza nella società dell’informazione e della condivisione di massa.

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