La rottamazione non passa per i gusti del gelato, che rimangono abbastanza classici: crema e limone. Matteo Renzi decide di rispondere con la stessa moneta, un po’ piccato, alla copertina del settimanale inglese The Economist, che lo ritrae su una barchetta fatta con una banconota da venti euro, che sta affondando, insieme a Francois Hollande, Angela Merkel e Mario Draghi, mentre mangia un gelato. E così, dopo il consiglio dei Ministri nel quale dovevano essere discussi la riforma della giustizia e il pacchetto Sblocca Italia, va in scena lo show-risposta a base di coni e coppette.

Un carretto entra nel cortile di Palazzo Chigi e consegna nelle mani del premier un gelato. I gusti, appunto, crema e limone. A portarlo è Domenico Greco, da poco più di due anni dipendente della gelateria Grom di via della Maddalena, proprio a due passi da Piazza Colonna. “È arrivata una telefonata in mattinata”, racconta Domenico. Dall’altro capo del telefono, un componente del cerimoniale di Palazzo Chigi. “Mi hanno chiesto di portare due carapine (contenitori di metallo) di gelato dopo il Consiglio dei ministri”. L’idea era stata in qualche modo annunciata da un cinguettio di Renzi che su twitter, rispondendo a un altro utente, aveva scritto in merito alla copertina dell’Economist: “Ho visto che nella foto è confezionato. Che è buono, per carità. Ma io preferisco quello artigianale: crema e limone grazie”.

 

Ed eccolo servito. Domenico fa il suo ingresso insieme al carretto dei gelati, pronto per il metaforico passaggio di consegne: “Mi sono presentato verso le 5 e mezza – racconta – mi hanno fatto entrare dal retro e ho aspettato che arrivasse Renzi. Poi ho fatto il mio ingresso nel cortile e ho dato il cono al presidente del Consiglio”. Infine l’invito ad assaggiare “un po’ di gelato vero, quello artigianale” da parte del premier rivolto ai giornalisti e “agli amici dell’Economist”. Dopo lo spettacolino e i ringraziamenti dello staff, tutti a casa. Il conto può aspettare. E infatti viene saldato più tardi da un altro membro della squadra del premier. “Ha scelto noi – è l’idea di Domenico – perché siamo una grande azienda italiana, un’eccellenza”. O forse anche per la simpatia che i due fondatori dell’azienda, Federico Grom e Guido Martinetti hanno espresso più volte nei confronti del rottamatore. Chissà comunque se il cono artigianale sarebbe piaciuto anche ai suoi “compagni di barca”, Merkel, Hollande e Draghi.

Dal Fatto Quotidiano del 30 agosto 2014 

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